Blair ha annunciato oggi, alla Camera dei Comuni, il piano di ritiro dall'Iraq (video): 1.600 uomini «nei prossimi mesi». La presenza inglese nel sud del paese verrà quindi ridotta da 7.100 a 5.500 soldati. L'annuncio avviene in piena sintonia con Washington e con le autorità irachene che assumeranno il controllo della situazione sul campo.
La quale, essendo in questo momento relativamente tranquilla nella zona di competenza del contingente, nella regione di Bassora, permette al premier britannico di annunciare il ritiro con un problematico ma sostanziale mission accomplished. Il ritiro è reso possibile dal successo dell'operazione con la quale gli iracheni sono stati messi nelle condizioni di prendere il comando della sicurezza nella zona di Bassora. La situazione è «difficile e a volte pericolosa», ma il livello delle violenze è crollato e la ricostruzione è in corso. «Bassora non è come la vorremmo, ma il nuovo capitolo nella sua storia adesso può essere scritto dagli iracheni», ha detto Blair.
La permanenza degli altri 5.500 soldati britannici, tra cui ancora forze combattenti, durerà «tanto a lungo quanto sarà necessario, in base al lavoro da compiere». Contribuiranno a rendere sicure le vie di rifornimento e i confini con l'Iran, e sosterranno le forze di sicurezza irachene.
La notizia, forse, non sta tanto nel ritiro, ma nel fatto che sia «leggermente più lento del previsto» e, fanno sapere al Foreign Office, «se le condizioni peggioreranno il processo potrebbe essere ulteriormente rallentato». Il rientro dell'intero contingente è previsto per la fine del 2008, ma dipenderà anche dai nemici, ha avvertito Blair. Quindi, si tratta comunque di un piano graduale, cauto e pragmatico, che non esclude variazioni dei tempi se la situazione sul campo tornerà a peggiorare.
Malvino, ieri sera, nello sfidarmi a scrivere tempestivamente uno «sferzante editoriale», in cui trattassi Blair come Zapatero, «quando questi si macchiò dell'istessa viltà... tradimento alla causa della democrazia mondiale», dev'essere caduto vittima della disinformazione di Corriere.it, che fino a stamattina dava a intendere che in «poche settimane» Blair avrebbe ritirato l'intero contingente.
E' evidente, invece, che dal punto di vista politico dietro la decisione di Blair non c'è alcun ripensamento strategico sulla guerra in Iraq, né un'implicita sconfessione o critica nei confronti degli Stati Uniti. Anzi, non mi meraviglierei se questo annuncio preludesse a un maggiore impegno in Afghanistan.
2 comments:
Vabbe' tanto tu non ammetterai mai niente, ma un fatto è certo, i successi di cui andate strombazzando sono una vostra pia illusione.
Vio state accorgendo di quanto è duro voler imporre al mondo la vostra dittatura; non è importante a questo punto che ammettiate la sconfitta, nessuno lo fa, l'essenziale è che si tolgano dal cassius i conquistadores rimandati a casa con la coda (da rettiliani) fra le gambe.
Quante palle
..." The partial British military withdrawal from southern Iraq announced by Tony Blair this week follows political and military failure, and is not because of any improvement in local security, say specialists on Iraq.
In a comment entitled "The British Defeat in Iraq" the pre-eminent American analyst on Iraq, Anthony Cordesman of the Centre for Strategic and International Studies, in Washington, asserts that British forces lost control of the situation in and around Basra by the second half of 2005.
Mr Cordesman says that while the British won some tactical clashes in Basra and Maysan province in 2004, that "did not stop Islamists from taking more local political power and controlling security at the neighbourhood level when British troops were not present". As a result, southern Iraq has, in effect, long been under the control of the Supreme Council for Islamic Revolution in Iraq (Sciri) and the so-called "Sadrist" factions "...
..."There is no doubt the deterioration in the situation is contrary to the rosy picture presented by Downing Street. Messrs Knights and Williams note: "By September 2006, British forces needed to deploy a convoy of Warrior armoured vehicles to ferry police trainers to a single police station and deliver a consignment of toys to a nearby hospital." Some British army positions were being hit by more mortar bombs than anywhere else in Iraq. There was continual friction with local political factions.
http://news.independent.co.uk/world/middle_east/article2296829.ece
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