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Saturday, February 03, 2007

La soluzione non è fermare i campionati

Per i violenti doppia vittoria: lo scacco al sistema

Questo Paese ama compiacersi dei suoi riti ma non riesce mai a risolvere un problema che è uno. Quindi adesso vedremo ripetersi i soliti dibattiti, sentiremo pronunciare le solite prediche («siamo tutti responsabili»), chiamare in causa la «cultura sportiva» e il «disagio sociale», costituire i soliti «tavoli permanenti» con tutte le autorità, sportive e politiche, dare (o tentare di dare) i soliti «segnali forti».

Ma l'idiozia più grossa l'ha sparata questo commissario straordinario della Figc, Pancalli: «Non è sufficiente una giornata. Senza misure drastiche non si riparte». Vedremo se manterrà questa sua promessa, visto che sono decenni che si tenta di porre rimedio alla violenza nel calcio e non sono mai state prese misure non dico drastiche, ma neanche serie. Anzi, non si applicano neanche le norme che già ci sono, né vengono eseguite fino in fondo le più basilari strategie e tecniche di ordine pubblico utilizzate in tutto il mondo civile.

Tutta questa ipocrisia, questo sdegno, servono in realtà a metterci la coscienza a posto, perché non serviranno a risolvere il problema. E questi signori lo sanno, o dovrebbero rendersene conto. Non serve farsi prendere dall'emotività del momento.

Sappiamo tutti che già dalla prossima settimana cominceranno le pressioni dei club, dei giocatori, delle tv, del pubblico, e di tutto quanto ruota attorno a questo fantastico mondo del calcio, per ricominciare a giocare. E' ovvio: dietro ogni singola partita c'è un mondo che lavora, gioca, perde o guadagna, si appassiona. In una parola: vive. Pensare di fermarlo non è solo illusorio ma anche profondamente sbagliato e ingiusto.

Siccome Voi Autorità non riuscite a tenere a bada qualche decina di teppisti, per dei mesi centinaia di migliaia di calciatori dovrebbero non giocare, centinaia di club vedere ridursi attività e guadagni, migliaia di addetti ai lavori e giornalisti non lavorare, un'intera economia fermarsi, milioni di appassionati perdere il loro spettacolo. Tutto questo per qualche decina di delinquenti? Ci facciamo dare scacco in questo modo? Ma soprattutto, a che serve? Funziona?

C'è qualcuno che davvero pensa che i ragazzi che stasera stavano lì a scontrarsi con la polizia si «fermino a riflettere» sulla «follia» dei loro gesti? La risposta è no. Forse rifletteranno, sì, ma esaltati, orgogliosi delle loro grandi imprese. Così, oltre a regalare ai teppisti il dominio delle strade intorno allo stadio di Catania, gli avremo concesso anche quello del calcio, dei media, della politica. Saremo - anzi, già siamo - loro ostaggi.

Il problema non è il «disagio sociale», ma è vedere la polizia che arretra, che non carica cento, massimo duecento, teppistelli appena maggiorenni, e che - al limite - non esploda neanche un colpo dopo che un agente ci ha lasciato la pelle. Oggi abbiamo avuto l'ennesima conferma che anche il teppismo uccide e che non ci possiamo permettere di essere indulgenti. La soluzione non è «fermarsi a riflettere». Tutti sanno qual è la soluzione e tutti sanno qual è il «modello inglese» di cui tanto si parla. E' la più ovvia, ma nessuno si vuole prendere la responsabilità di adottarla, perché è più facile fare l'autocoscienza in tv e sui giornali per una settimana o due.

Non dev'essere mai, mai permesso ai violenti di dominare lo spazio pubblico: né le strade, né le tv e i giornali. E' la sensazione di dominio, sentire di avere l'intero mondo del calcio, e persino la politica, tutti piegati ai loro piedi e impotenti, è questo che li esalta, come l'odore del sangue per uno squalo. Oltre alle vite spezzate di un ragazzo di 38 anni e dei suoi famigliari, che non hanno prezzo, il danno peggiore che l'impotenza delle forze dell'ordine ha provocato questa sera sta nella diffusione dell'immagine stessa dell'impunità, che si possa cioè scatenare una guerriglia, uccidere un agente, mettere in fuga la polizia e farla franca.

La soluzione è non permettere che dopo gli scontri i teppisti se ne tornino a casa euforici e sulle proprie gambe. La soluzione è un mese d'ospedale a riparare le ossa rotte e qualche anno di galera. La soluzione è rendere credibile, matematicamente certo nella testa di tutti, che mettere a ferro e fuoco uno stadio, o una città, è un'impresa praticamente suicida, non una ragazzata di cui il lunedì ci si potrà vantare con gli amici.

Non dobbiamo commettere l'errore di attribuire allo sport un fallimento che è di uno Stato, di un modello di società in cui la responsabilità non è mai individuale, ma sempre di tutti e quindi di nessuno, di un'idea marcia della democrazia, in cui l'autorità è delegittimata e intimidita in partenza, perché metti il caso che stasera si fosse torto un capello a uno di quei teppisti...

19 comments:

Anonymous said...

Hanno già cominciato la tiritera che per risolvere questo problema bisogna cominciare dalle scuole...poliziotti a cavallo con licenza d'uccidere, biglietti numerati e impronte digitali, controllo assoluto degli spalti con telecamere, sospensione della partita con penalizzazione di dieci punti al primo striscione esposto ( di qualsiasi contenuto) al primo fumogeno, al primo coro violento o offensivo, retrocessione alla seconda violazione e in caso di accertata convivenza tra società e gruppi organizzati di tifosi, di qualsiasi tipo. Poi, le scuole.

Anonymous said...

squalifica a vita dei calciatori che danno retta alle puttanate dei capi tifosi e fanno sospendere un derby per una bufala

Anonymous said...

Caspita, alla faccia della "patente falsa"...dopo questa presa di posizione, come minimo te la revocheranno una volta per tutte! ;-)

Anonymous said...

Se fosse solo per una giornata ti darei ragione,se è per dsistemare gli stadi e far approvare una legge dura contro questi delinquenti allora lo trovo giusto.soprattutto mettere gli stadi in ordine per far attuare le giuste misure adottate da Pisanu,ma messe solo al 50% in funzione.Con i biglietti "ad personam" i delinquenti segnalati non dovrebbero ne potrebbero entrare,il problema è che le tifoserie organizzate entrano ore prima e quasi senza biglietti e controlli,questo è un vizio da debellare,i tifosi devono entrare tutti all'apertura dei cancelli,con i controlli dei biglietti e dei documenti(stikazzi se si tarda,si aprano prima i cancelli)

BlueSky said...

Pienamente d'accordo.
Paolo

Anonymous said...

ma le democrazie non hanno dei popoli piu' pacifici?

ag

Anonymous said...

Condivido molte considerazioni.
Mi sono chiesto perchè non abbiano sparato per difendersi. Ho pensato a ciò che prendono di stipendio ed al profondo disagio che serpeggia tra molti uomini delle forze dell'ordine. Non è raro, in camera caritatis, sentirsi dire "chi me lo fa fare? chi ce lo fa fare di rischiare? quando ci chiamano, spesso allunghiamo il percorso per limitare i rischi che possiamo correre... non abbiamo nemmeno la benzina ed il carburante certe volte... e spesso i turni sono massacranti...".

Mi permetto di aggiungere un paio di riflessioni:
1) cerchiamo di "sgonfiare" il pallone, almeno un po'. Ci sono tanti altri sport che se solo fossero meglio valorizzati...
Mi si dirà che quei facinorosi agiscono "a prescindere"...
Vero! Probabilmente.
Ma il calcio va sgonfiato, almeno un po'.
2) l'incapacità dello Stato in una delle poche funzioni che davvero gli consento da liberale, l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, sta già aprendo le porte a sentimenti vaghi, diffusi più di quel che si creda, ma non nuovi, da "svolta autoritaria", che qualcuno potrebbe cavalcare non solo per organizzare ronde notturne locali, ma anche per provare a "commissariare la repubblica". Mi pare che non sia una novità nemmeno questa, ma un rischio sì.
E, francamente, negare questa possibilità solo per la constatazione del livello da mezze calzette della dirigenza italiana non mi rassicura molto...

Anonymous said...

siamo un paese incivile,non è il calcio ad esserlo,gli incidenti si sono verificati fuori con 1000 criminali che aspettavano la fine della partita per assaltare la polizia,se confondiamo i criminali con i tifosi tra un mese non si sarà fatto nulla come sempre è stato.
Fermare i campionati è la sconfitta dello stato e delle federazioni sportive di fronte alle minacce dei criminali,l'impunità e l'ultragarantismo producono un paese incivile come l'Italia.
In nessun paese civile bisogna mobilitare 1500 poliziotti per un match di calcio.
Tante parole non servono,serve il rispetto per le regole,se i criminali sanno che se in gruppo aggrediscono la polizia non gli succederà nulla sarà sempre peggio,quello che serve è l'applicazione della legge e per fare questo bisogna sconfiggere il lassismo italiano.
Io ricordo quando ho seguito una partita di premiership 4 anni fa a Londra: due file davanti a me due ragazzi si sono alzati di scatto dopo un fallo a un giocatore della loro squadra e subito due stewards sono andati a prenderli e li hannno portati via, dopo mi hanno spiegato che li portavano nel minicommissariato sotto lo stadio per chiarimenti immediati.
La soluzione in Inghilterra è stata quella delle leggi severe per gli hooligans che sono andati tutti in galera, mentre per il tifo nello stadio la soluzione è stata fare dello stadio uno spazio privato delle società,caricandole di responsabilità e poteri di polizia con viglilantes privati.
In inghilterra non vedete un poliziotto che sia uno allo stadio e potete andare a godervi la partita mischiati con altri tifosi senza rischiare nulla ma anzi divertendovi.In Italia sembra di andare in guerra: cori razzisti,insulti ogni due secondi,violenze sugli spalti, paura per la propria incolumità e tutto quello che sappiamo.
Non è il calcio ad essere "malato" come dicono le anime belle che si aggrappano a fantomatici disagi sociali, è l'anima di questo paese che è profondamente incivile.

Anonymous said...

L’assassinio del signor Raciti c’azzecca col calcio quanto l’assassinio della signorina Monti c’azzecca con cani e delfini.

Anonymous said...

in un paese civile, non si dovrebbe sentire la necessità di una "misura eccezionale" o, peggio, di una apposita "legge speciale"...per impedire che negli stadi, pseudo "tifosi" latenti criminali, già accertati gran figli di troia, si radunino solo per spaccare la testa ai poliziotti o per lanciargli contro delle vere e proprie bombe.

esiste il codice penale.

1) no ai lacrimogeni: sono tossici per tutti e soprattutto per i poliziotti che si devono difendere da quei coglioni che li assaltano. il povero raciti, forse, se non a sua volta intossicato dai lacrimogeni, avrebbe - ripeto, forse - potuto...maggiormente difendersi, magari scappare finanche. non ci sarebbe stato nulla di male nel voler salvare la pelle dagli assassini. personalmente, credo che sia ora di riattivare gli idranti e tumefarli con quelli, gli assassini tali ed in fieri dico, proprio come piaceva tanto a scelba. ma si sa, l'idrante è fascista!!!

2) applicazione concreta della norma che prevede l'estensione della "flagranza di reato" entro le 24 ore e semmai, prolungarla sine die per questo genere di reati connessi alla violenza "sportiva". arresto immediato e processo per direttissima, reclusione e divieto di applicazione di discipline premiali. no alla oblazione. come prova si possono/devono utilizzare le centinaia di migliaia di riprese televisive che le troppe telecamere trasmettono nell'etere. toccherà agli investigatori ed agli inquirenti, identificarli uno per uno - gli assassini e criminali in genere - ed andarli a prendere nelle loro abitazioni, per processarli ed ingabbiarli, fino ad esaurimento della pena. e sarebbe questo, sempre a mio avviso, l'unico intervento normativo di cui si potrebbe aver bisogno.

3) i comuni non concedano più gli stadi alle società sportive. si deve fermare tutto fino a quando non se li costruiscono e gestiscono da soli. anche per le misure di sicurezza, dentro e fuori lo stadio. con tutto quello che ne deriva, quanto alla responsabilità civile e penale.


capisco che è un approccio un poco drastico ma diversamente...non cambia un cavolo.

altra soluzione, visto che è l'uomo in sé che è una bestia assoluta...altra soluzione dicevo, sarebbe...lobotomizzarci tutti, il genere umano dico.

ma chi comincia per primo???

liberalizzazione degli idranti nei campi sportivi...

e qualcuno anche fuori!


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Dopo aver portato gli ultras in parlamento ed aver presenziato alle loro manifestazioni e ai funerali dei loro leader, adesso alcuni politici illuminati provano a sostenere che la colpa di quel che è successo è del "mercato". Peccato che negli USA, dove il mercato funziona, di curve autogestite in mano agli ultras, non se ne sente parlare e non c'è politico che ne vanti le lodi.

ciao Paolo

whitedays said...

Ammazza ma c'avete tutti una soluzione. Beati voi. Della serie, dagli al cattivo ultras!
Ma sospendere il campionato non è una soluzione, ha ragione Fede. Si fa il gioco loro. E dei tanti Riotta che gongolano in questo mare di tragedie, così possono spararci il loro moralismo becero, peloso, viscido.

Anonymous said...

Ma Matarrese, quello dei palazzoni in riva al mare di Bari, me lo cacciate via a calci in culo, per favore?

Anonymous said...

Sì, giusto, la colpa è di Riotta, poveri ultras...

whitedays said...

Si caro anonimo la colpa è di Riotta e del suo moralismo del cacchio, dei suoi milioni di euro che guadagna alla faccia dell'Ultra che scarica cassette al mercato, o per vivere fa il furfante, che scrive cazzate filo americane e che pontifica col suo occhialetto da secchione ritardato.
La colpa è del sistema di cui Riotta è un picciotto. E la verità è che ultras e poliziotti sono ugualmente vittime di questo sistema, carne da macello sbattuta nelle arene domenicali, truppe d'assalto da manovrare come pedine dalle elite politico mediatiche. L'unica differenza è che quando viene ucciso un poliziotto gli ipocriti di Stato gli fanno il funerale in diretta sul tg1 e mandano le prefiche a strapparsi le vesti, se muore un ultras i mezzobusti dicono con piglio godereccio: in fondo ben gli stava, se l'è andata a cercare.
Poveri voi.
E poveri noi che ancora insistiamo a leggere le boiate che scrivete.

p.s Matarrese è quello dei palazzoni certo, ma è stato meno ipocrita degli altri boiardi di Stato, che quelle stesse cose le pensano ma non hanno il coraggio di dirle.

Anonymous said...

così quella sottospecie di umano che per mestiere fa il presidente della lega calcio, antonio matarrese da andria: << il calcio non può chiudere, i morti sono parte del sistema (...) noi siamo addolorati, ma lo spettacolo deve continuare. La fiat non è che per rilanciarsi ha dovuto fermare le macchine. ecco, noi vogliamo copiare il rilancio che ha avuto fiat. i morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento che le forze dell'ordine ancora non riescono a controllare >>.

firmato, antonio matarrese, da un'intervista a "radio capital", ripresa da "la repubblica", 05/02/07.

ma vaffanculo, antonio matarrese da andria!

quanto alla fiat...da torino...ora che è in utile "alto"...restituisca alla repubblica italiana almeno gli spiccioli...

ma vaffanculo entrambi!!!

e scusate la volgarità.

ciao


io ero tzunami...

Anonymous said...

Ma no, Riotta è solo una pedina, la colpa è del complotto pluto-giudaico-sionista orchestrato da Bush

whitedays said...

Bella battuta anonimo, molto originale. Peccato che non sia una battuta ma la pura e semplice verità. che tentate di screditare, ma che ormai viene confermata da ogni parte, hai detto bene: una buona parte di questo pianeta è sotto il ricatto giudaico-massonico. Scherza su sta ceppa!

Anonymous said...

'Il problema non è il «disagio sociale», ma è vedere la polizia che arretra, che non carica cento, massimo duecento, teppistelli appena maggiorenni, e che - al limite - non esploda neanche un colpo dopo che un agente ci ha lasciato la pelle'

Mi ricorda un vecchio slogan 'loro sparano e noi no, prima o poi, spareremo pure noi...'

La tiritera frustra della 'polizia che non poù sparare' è vecchia e infame, viste le immagini di tutti gli scontri.

Ho un'idea, distribuiamo pistole a tutti, l'ultimo che rimane vivo vince.

anonimo polemico