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Wednesday, June 01, 2005

Eugenetica a chi?

«Chi è liberale continua a non volere la limitazione della libertà procreativa. Che è un diritto individuale»

No, non vi preoccupate, nessuna disputa su chi o cosa sia un liberale. L'articolo di Gilberto Corbellini oggi su il Riformista capovolge un argomento cardine della battaglia ferrariana contro i referendum

La «strategia propagandistica» adottata dal fronte astensionista è far credere che il referendum riguardi «lo statuto ontologico o morale dell'embrione, e che si stia votando sì o no alla vita». L'inganno è «doppio».
I referendum riguardano «l'inappropriatezza giuridica e medico-scientifica della legge 40/2004, che la chiesa cattolica difende non tanto per il fatto che tutela l'embrione - in realtà non lo tutela affatto - ma perché accoglie e impone una ben precisa morale sessuale, in base alla quale solo nella sessualità presunta "naturale" c'è dignità umana».
Nonostante Ferrara abbia carpito per ingenuità autorevoli firme contro l'eugenetica, mirando «semplicemente a dare l'idea che ci troviamo sull'orlo di un baratro», il divieto di selezione per fini eugenetici, presente nella legge e nel regolamento, non è sottoposto a referendum. Quindi rimarrebbe in vigore anche dopo la vittoria dei sì.

C'è di più, l'accusa di selezione eugenetica alla tecnica dell'analisi pre-impianto non trova riscontro nei fatti, in quanto «per definizione e uso contestuale del termine», si ha eugenetica se ci troviamo di fronte a un «controllo sociale o coercitivo della riproduzione per migliorare la qualità biologica della razza». L'elemento coercizione è decisivo per poter parlare di eugenetica.
«E una coppia che in una democrazia liberale si serve della diagnosi preimpianto per far nascere un figlio senza una grave malattia genetica o con un profilo mimunogenetico che consente di salvare un altro bambino, non lo fa perché glielo impone una norma, né con lo scopo di migliorare la qualità biologica della "nazione". Lo fa agendo liberamente e consapevolmente, e usando una serie di tecnologie biomediche, non diverse da tante altre che interferiscono con il corso della natura (vaccinazioni, anestesia, antibiotici, trapianti, etc.), che consentono di prevenire e curare malattie ereditarie. Cioè di vivere meglio e far vivere senza gravi sofferenze i bambini che vengono al mondo. Dando così un senso concreto all'amore».
La selezione eugenetica dei nazisti o la sterilizzazione di persone ritenute socialmente inadatte a riprodursi dai governi di diverse democrazie era «imposta dallo stato, secondo dei criteri di superiorità arbitrari, discriminanti e biologicamente insensati». L'accusa di eugenetica può essere invece rivolta, ma è un paradosso, alla legge 40 sulla fecondazione assistita, che «implicare una limitazione della libertà riproduttiva».

Leggiamo sull'Unità.
«Più dell'amor potè l'embrione. Chissà se tra i dotti riferimenti che Giuliano Ferrara semina nei suoi editoriali troverà mai posto la variazione astenionistica del conte Ugolino. Il quale preso dai morsi della fame ("più dell'amor potè il digiuno") finì, come è noto, per divorare in cella i resti dei poveri figli. Perché di fronte all'embrione tutto passa in secondo piano: i malati, le donne, le coppie. Di fronte all'embrione i probelmi – terreni, reali, quotidiani – delle persone vengono, se non divorati, sicuramente dimenticati e cancellati».

1 comment:

Anonymous said...

"Più dell'onor potè il digiuno"... non è la canzone di De André su Carlo Martello?
Che c'entra il conte Ugolino?
Più che a te, lo dico all'Unità.

Ciao.

Enzo