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Friday, June 24, 2005

Guerra alla Cia e pacchia per i terroristi

Insomma, quali erano questi mezzi "altri" rispetto alla guerra che per mesi i movimenti pacifisti e antagonisti invocavano nelle piazze, e i partiti di sinistra nelle trasmissioni televisive, per combattere il terrorismo? Non si erano forse chieste operazioni mirate di intelligence che colpissero i "capi", gli appartenenti alle reti del terrore, senza coinvolgere popolazioni innocenti? Non ci hanno spiegato questo per mesi? Eppure è possibile che quando l'intelligence ne becca uno, la solita, tecnicamente irresponsabile, Procura di Milano, riesce ad aprire una caccia all'uomo contro ben 13 agenti della Cia (leggi qui), che ovviamente io mi auguro riescano a tirare qualche brutto scherzo alla procura?

Vi parla uno per il quale il caso Sigonella non fu un alto momento d'orgoglio nazionale, ma semplicemente un brutto tiro a un alleato storico e un'ossequioso regalo al terrorismo islamico.

In questo caso, addirittura, è la magistratura, e non un governo (democraticamente) eletto dai cittadini, a intralciare la guerra al terrorismo. Quale sarebbe, alla luce di questa simpatica iniziativa della procura milanese, la tanto sbandierata cooperazione fra americani ed europei sul piano delle operazioni di intelligence che dovrebbero farci dormire sonni tranquilli? Invece di combattere il terrorismo, in occidente ci combattiamo a vicenda. Guerra alla Cia e pacchia per i terroristi? Auguri.

2 comments:

Anonymous said...

Scusami, ma su questo non sono affatto d'accordo: il nostro è uno Stato sovrano e per giunta alleato e loro cosa fanno? Non solo lo violano, ma lo fanno pure in modo sfacciato. Certi errori maldestri non fanno altro che dare ossigeno ai gruppi di pacifascisti che ammorbano il nostro paese. Purtroppo, come per il caso Calipari, anche stavolta l'America mi ha deluso. L'amicizia è un rapporto improntato sulla reciprocità e non su un cieco servilismo, ed è per questo che con queste cialtronerie gli americani non solo rischiano di legittimare il forte antiamericanismo presente nel nostro Paese, ma anche di creare antipatie in chi gli era vicino. Infatti non si può ridicolizzare un amico davanti a tutti e poi pretendere che questi rimanga ancora tale.

Rabbi' said...

Primo, non ci credo nemmeno un po' che i nostri servizi non sapevano. Secondo, se si pensa veramente che i servizi segreti debbano agire all'interno della legalita', allora non ci servono i servizi segreti. Per definizione, i servizi segreti compiono operazioni al di fuori della legalita', operazioni che devono (DEVONO) rimanere segrete. Mi fanno ridere tutti questi comitati di controllo sui servizi. Ma cosa volete controllare? Che Calipari ha pagato un riscatto per liberare i rapiti italiani? E' illegale, no?
Terzo, ora tutti a scandalizzarsi perche' degli agenti segreti rapiscono un tipo ritenuto collegato ad Al Qaeda e lo torturano; ma cosa vi credete che succedeva tutti i giorni durante la guerra fredda?
Ripeto, e continuero' a ribadirlo: se un Paese ritiene che puo' sempre operare all'interno dei vincoli legali, non ha nessun bisogno dei servizi segreti.