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Thursday, June 23, 2005

Avanti con Blair: Europe forward, not back

Il premier britannico Tony BlairTroppi, davvero troppi, i passaggi che meriterebbero di essere segnalati, e scolpiti nella nostra memoria, dal vigoroso discorso europeista di Tony Blair davanti al Parlamento europeo per l'inaugurazione del semestre di presidenza britannica dell'Ue. Ve ne propongo tre, il resto è qui.
  • Ascolta il discorso di Blair
  • L'intervento di Blair oggi su La Stampa

  • Blair ha subito respinto i luoghi comuni sul suo conto e sull'"europeismo corretto":
    «Sono sempre stato un europeista appassionato... Credo nell'Europa come progetto politico. Non accetterei mai un'Europa che fosse solo un mercato economico». Ma «aprire il dibattito sull'Europa non significa essere antieuropeista».
    Sulle cause del momento di crisi dell'Europa, Blair è spietato.
    «Solo con il cambiamento l'Ue troverà la propria forza e idealismo e quindi il proprio appoggio fra la gente... Non è una crisi delle istituzioni politiche, è una crisi della leadership politica».
    Determinato su globalizzazione e modernizzazione. Solo con il cambiamento, solo con un'economia modernizzata, guidata da una leadership chiara, l'Europa «troverà il proprio appoggio fra la gente».
    «Se non affrontiamo la globalizzazione, rischieremo il fallimento a livello strategico... Alcuni hanno detto che voglio abbandonare il modello sociale europeo, ma ditemi: che tipo di modello sociale è quello che ha 20 milioni di disoccupati in Europa, tassi di produttività che cadono al di sotto di quelli degli Usa? Questo sta permettendo che l'India produca più laureati dell'Europa... L'India espanderà il suo settore biotecnologico cinque volte nei prossimi cinque anni, la Cina ha triplicato le sue spese in ricerca e sviluppo negli ultimi cinque... L'obiettivo del nostro modello sociale dovrebbe essere aiutare la nostra capacità di competere, di aiutare i nostri popoli ad affrontare la globalizzazione».

    Blair ha richiamato le linee del "rapporto Kok" del 2004: «Investimento in conoscenza, capacità, politiche del lavoro attive, parchi scientifici e innovazione, istruzione superiore, rigenerazione urbana, aiuti alle piccole imprese. Questa è politica sociale moderna, non regolamentazioni e protezione del lavoro che forse possono salvare alcuni lavori per un po', ma perdendone molti nel futuro».
    Secondo Marco Pannella, Blair è «l'unico grande leader europeo possibile alternativa allo sfascio partitocratico».
    «Con Tony Blair l'Ue ha un possibile - non probabile - grande leader, certo non federalista, certo europeista. L'alternativa resta lo sfascio civile, e vile, di una realtà partitocratica, non democratica, in declino inarrestabile fatto da parte di coloro che ne sono causa principale, al di fuori dei propri confini come nella considerazione dei propri popoli».
    Tema correlato: Così la lobby del camembert chiude i mercati ai contadini d'Africa, di Danilo Taino sul Corriere della Sera

    3 comments:

    Anonymous said...

    mitico Tony! ;-)

    Anonymous said...

    Ora vedremo come fara' Prodi ad andare in giro a dire che Blair vuole l'"Europa dei mercati". Dovra' inventare un'altra idiozia delle sue...

    Anonymous said...

    Ma questo Blair non lo si può comprare e affidargli il Governo dell'Italia per un decennio? (Visto che i migliori sul mercato - Reagan (morto qualche mese fa) e Thatcher (in pensione) - non sono disponibili...). In Italia se fai un discorso del genere ti accusano di voler fare "macelleria sociale"...
    Go Tony, we're with you! A noi. GM