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Tuesday, June 21, 2005

La Rice continua a sobillare il Medio Oriente

Al Cairo Condoleezza Rice ha incontrato attivisti per la democraziaIeri si è svolto il summit annuale Usa-Ue. Buono lo statement finale partorito: lavorare insieme per promuovere la democrazia e la libertà, lo stato di diritto e i diritti umani in tutto il mondo. «Una priorità strategica e una necessità morale».

Il ruolo dell'Onu è centrale, per questo sono necessarie riforme nei meccanismi per i diritti umani e l'istituzione di una Peacebuilding Commission e di un Democracy Fund.

Elezioni libere e corrette sono indispensabili per la democrazia: sostegno alle organizzazioni di osservatori internazionali indipendenti e alle transizioni alla democrazia in Afghanistan, Haiti, DRC, Iraq, e Territori palestinesi. La democrazia non è solo un problema di elezioni: dev'essere ancorata a istituzioni democratiche, separazione dei poteri, diritti umani, stato di diritto, tolleranza, buon governo e giustizia.

La politica europea di vicinato e allargamento, con il sostegno degli Stati Uniti, contribuirà a portare ulteriore stabilità, prosperità e partnership nel continente. Sforzi coordinati per promuovere la democrazia in Bielorussia. Sostegno esplicito alla Community of Democracies.

La democrazia, sebbene si fonda su valori universali, non sarà uniforme nel mondo. Ma il desiderio di giustizia, di libertà, di diritti umani, e di un governo responsabile, è universale.

A leggerlo si vede la mano di Bush, molto meno quella europea. Per un verso meglio così, per un altro c'è il rischio che per Barroso e Juncker non sia che carta straccia. La conferenza stampa.

Intanto, il "comizio militante" di Condoleezza Rice all'Università americana al Cairo è suonato come un monito a Mubarak per le sue riforme di facciata:
«La paura di libere scelte non può giustificare a lungo la negazione della libertà. E' tempo di abbandonare ogni scusa che si porta per evitare di affrontare la democrazia».
Gli Stati Uniti sono pronti a rischiare di far rientrare nel gioco democratico anche gruppi radicali pur di affermare la democrazia, e nella convinzione che la libertà d'espressione di una società aperta sarà il miglior antidoto, azni l'unico, contro l'islam radicale. La Rice saluta la decisione di tenere elezioni presidenziali multipartitiche, ma non basta: lo stato di diritto deve sostituire le leggi d'emergenza e la giustizia indipendente l'arbitrio.
«The day is coming when the promise of a fully free and democratic world, once thought impossible, will also seem inevitable. The people of Egypt should be at the forefront of this great journey, just as you have led this region through the great journeys of the past».
«Per sessant'anni gli Stati Uniti hanno perseguito la stabilità in Medio Oriente invece della democrazia, non ottenendo nessuna delle due. Ora abbiamo intrapreso un nuovo corso. Stiamo sostenendo le aspirazioni democratiche di tutti i popoli».
«Millions of people are demanding freedom for themselves and democracy for their countries. To these courageous men and women, I say today: All free nations will stand with you as you secure the blessings of your own liberty».
A non fare davvero sconti al presidente Bush sull'esportazione della democrazia sono i neoconservatori. L'autorevole William Kristol, sul Weekly Standard, richiama Bush alla coerenza sul dossier Uzbekistan:
«Combine our inaction with respect to Karimov with our passivity in the face of crackdowns in places ranging from China to Zimbabwe to Saudi Arabia in the past couple of months, and there is a real danger that the democratic momentum from earlier this year could be lost. The global story of 1989 happily turned out to be more Berlin Wall than Tiananmen Square - but that wasn't inevitable. Nor is it inevitable that the story of 2005 will turn out to be one of democratic triumphs rather than regressions toward dictatorship. One thing is sure: Dictators around the world (and democrats, too) are watching our actions in response to their various efforts».

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