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Friday, June 10, 2005

Va dove ti porta il quorum

Non ci facciamo mancare nulla. Quindi dopo i paginoni incorrect di Oriana Fallaci, ecco quello ultra-correct di Susanna Tamaro. Che prima denuncia il «manicheismo» e l'«infiammabilità propagandistica» della campagna referendaria, poi è lei stessa a parlare di «apocalisse», «sacrilegio», «catastrofi di portata inimmaginabile», bivio fra «distruzione e salvezza». Condanna «una società che, sotto il manto dorato dell'edonismo, ci propone solo negatività, divisione e morte». «Sono sempre due i modi di fare le cose - ci avverte - uno in armonia con le leggi del creato, e uno contro». Il problema poi sarà vedere a chi dare il potere di stabilire quali cose sono in armonia e quali no. Sono i problemi della convivenza, dello Stato e del cittadino, dell'etica e del diritto, che il liberalismo ha risolto secoli fa e oggi si vogliono rimettere in discussione.

Questa predica, nient'altro che una predica, dimostra che sono in gioco le nostre libertà fondamentali, né più e né meno la libertà di condurre la propria vita come meglio si crede. La signora Tamaro è libera di pensarla, e predicarla come vuole, ma il punto è che io non gli lascerò imporre per legge la sua predica: mi lascia la libertà di essere edonista e consumista? Oppure dobbiamo attenderci una legge 40 anche contro i troppi brindisi la sera? Lei, che il «giudizio non è una forma di comprensione e di superiorità, ma di prigionia», proprio lei giudica una intera società, le nostre coscienze e le condanna.
«La ricca, supertecnologica, superlibertaria società occidentale è arrivata al capolinea. È una società fatta di esseri disperati che vagano in un deserto popolato di oggetti e hanno in mente un solo concetto: il diritto alla felicità».
E' sotto attacco persino il diritto alla ricerca della propria felicità individuale. Lo dicevo io, che quella referendaria è una battaglia di libertà, quindi conservatrice. Contro chi vuole insegnarci a vedere qual è la "vera" felicità, la "vera" libertà.

Contro il nostro "innaturale" desiderio di essere felici, la Tamaro invoca «una società impostata sulla comunione e non sul possesso». «Comunione e non possesso»? Fantasiosi eufemismi per «comunismo e non proprietà».

Qualche delucidazione da Piero Ostellino, noto come pericoloso edonista.
«L'opposizione di principio alla fecondazione assistita — perché darebbe una risposta innaturale (l'impiantologia) a una pretesa irragionevole (la maternità a tutti i costi) trasformandola in diritto — è ambiguamente contigua alla discriminazione morale e, nei regimi illiberali, civile, dell'omosessualità come soggettiva pulsione sessuale, perché "contro natura". La difesa a oltranza dell'embrione come "qualcuno" è, inoltre, in contraddizione con la legislazione vigente. Proibendone la diagnosi preimpianto, salvo prevedere il ricorso all'aborto qualora il feto si rivelasse poi malato, essa ignora che la diagnosi dell'embrione altro non è che una sorta di anticipazione della amniocentesi, già legale e ampiamente praticata, e finisce col tutelare giuridicamente più l'embrione del feto, aprendo di fatto e in diritto la strada alla revisione della legge sull'aborto...

Che le malattie siano una manifestazione "naturale" non postula che le medicine siano "contro natura"; esse sono, se mai, la prova empirica che la Natura è modificabile e che la medicina l'ha già ampiamente modificata. È pur vero che la carenza di fertilità non è una malattia, ma non si vede perché sarebbe immorale cercare di porvi rimedio con l'ausilio della medicina; né perché la ricerca scientifica, sull'utilizzo delle cellule staminali per curare malattie oggi incurabili, dovrebbe aprire la strada all'eugenetica — che è praticabile solo da sistemi illiberali e antidemocratici».

3 comments:

Anonymous said...

ma che gli ha fatto capezzone alla bonino?
:S

JimMomo said...

Che intendi dire?

Anonymous said...

grazie per la rassicurazione ;)