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Monday, June 13, 2005

Ore 22: quando un requiem ci sta bene

Questo paese è ormai un corpo morto. Ci vuole pelo sullo stomaco per amarlo. Qualcuno dice che «al massimo può piacere il paesaggio», e che «non è detto».

Che sleppa, che sportellata in faccia questo 18,7% alla chiusura di questa prima giornata di voto.
Nord 22,1%
Centro 24%
Sud 10,6%
Isole 12,8%

Credo che il risultato vada al di là di ogni più rosea previsione del più fervido fra gli astensionisti. Forse anche alcuni di loro in fondo si potrebbero rammaricare. Umilmente, non del fatto che non sia stato raggiunto il quorum, ma perché è chiaro che il menefreghismo e l'indifferenza, che in queste proporzioni non possiamo mettere in conto neanche alla campagna astensionista, hanno oggi toccato un livello tale da farci rabbrividire e chiedere in quale paese viviamo. Diro di più, vorrei poter credere che il 50% + 1 degli elettori si sia astenuto consapevolmente, perché convinto che la legge 40 dovesse rimanere così com'è. Mi farebbe meno paura, meno male, questa idea. Vorrei, ma so che non è così.

E' come risvegliarsi da un sogno comodo e caldo. Mi accorgo oggi di non avere la più pallida idea del paese in cui vivo. Dunque oggi JimMomo è sconfitto due volte. Non che fossi certo del quorum, anzi, non mi sarei sorpreso di perdere con un 40/45%. Ma devo ammettere, lo devo a chi mi legge, che alla mia tenue speranza, al mio impegno, mancava qualsiasi capacità di leggere la realtà in cui vivo. E' ciò di cui sono maggiormente turbato sul piano personale. Non vi conosco, voi là fuori.

Non c'è dubbio: questo Parlamento rappresenta questo popolo. Quante ferite può sopportare la democrazia? Dovute al degrado istituzionale e all'assenza della funzione di controllo di un'opinione pubblica degna di questo nome? Mi fermo qui, e mi associo al commento senz'altro più ragionato di milton.

P.S.: Mi aspetto che gli astensionisti si astengano da facili commenti, perché la mia è una amarezza che non c'entra con la loro vittoria legittima e "consapevole", ma con la vittoria in-consapevole, di ben altre proporzioni, di quel buon 50% di ignavi di cui questo paese è pieno.

8 comments:

Anonymous said...

come stai?

Sorvy

a man said...

Federico,
tirati su. Non conoscerai quelli là fuori. Ma almeno a me e a Sorvy ci conosci benissimo. E lo sai che ti vogliamo bene :)

un abbraccio
Andrea

Anonymous said...

a votar ci son andato, niente mare oggi. e penso che questa astensione di massa, già anticipata dalle ultime elezioni, sia indice di un periodo proprio brutto, dove il popolo più che assenteista si dimostra assente.

Anonymous said...

Ciao. Ci sono stati astensionisti che hanno ritenuto che una materia di questa natura andasse affrontata in parlamento e non tranciata un tanto al chilo, con i manicheismi e i semplicismi che un meccanismo parzialmente abrogativo come quello referendario genera. Un'astensionismo convinto della necessita' di modifiche della legge, ma preoccupato di un ingessamento della stessa in un senso o nell'altro. Questo risultato consentira' di perfezionarla nelle sedi opportune. Non sarei così sicura nè del potere clericale nè dell'ignavia pervasiva. Propendo per una diffusa cautela nella popolazione, o un'ammissione di difficolta' a decidere su materie delicatissime. Se così fosse non ci sarebbe nulla di cui amareggiarsi a ben guardare...

Anonymous said...

Hai ragione. Fossero tutti astensionisti organizzati almeno ...
Non ci sarebbe da essere contenti ma sicuramente meno delusi.

Anonymous said...

Stefy, secondo me non è un problema di gerarchi vaticani. E' che la gente se ne fotte.

Daisy Miller

Anonymous said...

Nel 1995 ben 12 diversi referendum di riforma liberale raggiunsero il quorum e furono traditi.
Da quella violenta reazione partitocratica derivò la disillusione nello strumento...
ed in molti ci si affidò a quella che allora ci apparve la novità contro lo statalismo conservatore e burocratico della sinistre prepotenti e ribaltoniste di allora.

Altra delusione, altra disillusione, altro scoramento.

Ed ora che fare?

Molti hanno già da tempo trovato la loro risposta: se lor signori se ne fottono di me, io me ne fotterò di loro. Loro cercheranno di controllarmi e di contenermi, ma soprattutto cercheranno di fare i loro affari e di me non si accorgeranno, perciò io farò altrettanto nel mio piccolo, fregando tutti come potrò, avvalendomi delle nequizie e del degrado diffuso dello stato di diritto ogni volta che potrò.
Combatterò nel mio piccolo, al mio livello, fregando, fregando e fregandomene.

E così, nel tempo, si è attuata la sciocca ribellione dell'individuo negato che frega il suo "oppressore" non appena questi gli volta le spalle.

Se frega la FIAT, se frega TANZI, se frega BERLUSCA, se si è arricchito pure D'ALEMA, se un PECORARO qualsiasi può fregarsi un partito intero, se frega il VATICANO, se frega l'ASSICURAZIONE della mia auto, se frega pure la CROCE ROSSA ed il PRIMARIO, l'ASSESSORE ed il MANAGER, il DOTTORE ed il FARMACISTA, l'INGEGNERE ed il GIORNALISTA, la TV ed il CALCIATORE,... se è tutto un magna magna generale... frego pure io... ecché so' scemo!

Ed ecco il risultato: non produciamo più nulla, ci mangiamo le rendite... e chi se ne fotte...
però, non appena possibile ci lamentiamo secondo l'atavico adagio del CHIAGNI E FOTTI.

Anonymous said...

... Mi viene in mente quello che dicevo spesso a mia sorella quando aveva le sue crisi di depressione adolescenziale: se devi toccare il fondo, è importante che tu lo raggiunga in piena velocità, così rimbalzi! E il risultato, al limite dell'incredibile, di questo referendum, mi sembra che potrebbe avere effetti simili...