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Tuesday, June 21, 2005

L'unico ostacolo per l'Europa resta Chirac

Il presidente francese Jacques ChiracE' possibile che anche dagli analisti e dai commentatori più autorevoli e più pagati dei principali quotidiani si deve sentir dire che il rifiuto di rinunciare allo "sconto" da parte di Blair nasconde una concezione dell'Ue come mera area di libero scambio e che invece la difesa strenua dei sussidi comunitari agli agricoltori francesi da parte di Chirac è il massimo esempio di europeismo politico?

Non è possibile, infatti Angelo Panebianco ha prontamente e lucidamente replicato sul Corriere della Sera. Primo: «Mandare in soffitta l'euro-retorica».
«C'è il rischio che una parte importante dell'Italia pubblica, che ha costruito legittimazioni politiche e carriere personali sull'euro- retorica, si rinserri nella disperata difesa del passato, neghi l'evidenza, ossia che la vecchia Europa è morta e che dobbiamo applicarci alla costruzione della nuova».
«Non siamo abituati a serie discussioni sull'Europa. Non ne abbiamo mai fatte», ma è ora di cominciare a farle seriamente. L'esempio negativo da non imitare è quello di Barbara Spinelli, che ha liquidato con un fascista "disfattisti!" chi non mette in discussione il processo di integtrazione europea ma il come. Evitare questo confronto non farebbe che alimentare l'antieuropeismo anti-liberale di estrema destra ed estrema sinistra.

Secondo, il fallimento dell'asse franco-tedesco:
«Che senso ha continuare a ispirarsi alla fallimentare politica del gollista Chirac? L'idea di un'Europa capace di contrapporsi, "bilanciandola", alla potenza americana, era folle e sciocca».
Secondo la Spinelli, la «"prova" che l'America gioisce della crisi europea si trova negli articoli soddisfatti di alcuni intellettuali neoconservatori». Ma quei commentatori trovano soddisfazione solo nella sconfitta dell'idea di Europa partorita dall'asse franco-tedesco, mentre continuano a chiedere e a sostenere l'idea di un'Europa forte e responsabile, partner degli Stati Uniti. Bush lo ha detto in ogni modo.

Terzo, l'interesse dell'Europa (e al suo interno, quello dell'Italia) non corrisponde all'interesse della Francia. Non si vede quindi perché attaccare Blair, visto che «della Gran Bretagna, delle libertà inglesi e del "capitalismo anglosassone", abbiamo necessità».

2 comments:

Anonymous said...

Tra l'altro i neocon ci chiedono di diventare più forti, anche sul piano militare, altro che Europa subalterna. Sanno che, se non ci diamo una scossa, fra vent'anni saranno soli a fronteggiare la Cina...

Quando ho letto Panebianco ho provato la spiacevole sensazione di stupirmi che si potesse leggere un editoriale così di buon senso in questo clima di conformismo sull'Europa.

Ciao,

h.

Anonymous said...

Ho postato anche io sull'argomento.
Ma credo che il problema vero stia alla base. E non lo si vuole risolvere.
;)