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Wednesday, January 11, 2006

Con le mani in tasca. La nostra

«Io sono fra quel 7% di cittadini che si schierò contro l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti... sono quello che scrive le leggi che in Parlamento si approvano di notte... sono quello che forzò la mano al tesoriere di Forza Italia per ottenere un aumento del rimborso elettorale».
Ugo Sposetti, tesoriere Ds (ascolta)

Sapete dov'è che vengono al pettine tutti i nodi, i discorsi e le polemiche sul caso Unipol/Bnl/Ds? Certamente sul sistema di potere, sul collateralismo Ds-Coop, ma siccome è un sistema che non riguarda solo i Ds, né solo la sinistra, ma, per esempio, anche le cooperative bianche e la Compagnia delle Opere, il tutto confluisce nella grande questione del finanziamento della politica, nel nostro paese mai affrontata fino in fondo, senza ipocrisie, con franchezza e con spirito laico. E quindi sì, in quel termine, di conio radicale, che sembrava ammuffito sugli scaffali: partitocrazia.

Di tutto si è discusso nella Direzione Ds, ma non della questione politica. Non la definirei autoassolutoria o reticente, perché dell'autocritica c'è stata, gli errori si sono riconosciuti, ma sul singolo caso dell'Opa su Bnl. No, il punto è che non si è messo in discussione il sistema, non ci si è chiesti dove porta e se conviene al partito, alla sua politica e al paese. E soprattutto serviva la politica per uscire dall'angolo in cui i Ds sono finiti per l'attacco che non proviene, farebbero bene almeno fra loro a rendersene conto, dal «Giornale» di proprietà di Berlusconi, ma dai loro alleati, Prodi e Rutelli, e dal loro giornale amico, il Corriere.

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