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Monday, January 23, 2006

La battaglia più importante di tutte

La battaglia «più importante» per difendere i diritti di tutti. Marco Pannella si avvicina alle prime 24 ore di sciopero della sete. Lotta contro la legge di riforma del sistema elettorale per le elezioni legislative (S 3633), approvata definitivamente il 14 dicembre 2005 dal Senato, che detta una nuova disciplina per la presentazione delle liste di candidati, introducendo in modo del tutto irragionevole discriminazioni tra forze politiche tali da vanificare il principio di uguaglianza nell'esercizio del diritto di elettorato passivo. Qui per saperne di più.

Nella conferenza stampa di oggi ha lanciato un monito grave. «Siamo giunti ormai a un punto nel quale non solo si opera da parte delle istituzioni contro la legalità, fuori dalla legalità, ma anche fuori di qualsiasi morale. La questione morale in italia c'è e da decenni è venuta aggravandosi con moralismi ed eticismi di ogni tipo che abbiamo sempre respinto, perché la politica ha la sua moralità». Una illegalità, ha aggiunto, «tanto evidente che in un regime come questo diventa clandestina». Come Bancopli e Tangentopoli, cose «ultranote», che per questo sono restate «clandestine».
«Stiamo ponendo e proponendo un problema morale: si sta andando velocemente in una di quelle situazioni nelle quali poi nella storia i popoli si chiedono "come mai non ce ne accorgemmo"»

E Malvino cita Benedetto Croce (1926): «Fummo poco cauti e non bene ascoltammo le voci ammonitrici di uomini nei quali era viva la coscienza dei pericoli intrinseci alla società italiana [...] Ma le generazioni, come gli individui, imparano di solito a loro spese».

Ai giornalisti presenti Pannella ha tenuto a precisare l'uso che i radicali hanno fatto e fanno della nonviolenza: «Abbiamo sempre proposto quando abbiamo usato la nonviolenza, le proteste le abbiamo fatte con il bagaglio della politica tradizionale. Mai un'iniziativa nonviolenta che non avesse obiettivi precisi puntuali, calendarizzati. Perché è dell'etica gandhiana di rivolgersi al potere e ai suoi rappresentanti scegliendo di far loro fiducia per attuare la loro legalità che non riescono ad attuare. Ecco perché il digiuno, anche quando drammatico, è di dialogo». Dunque i radicali non protestano, ma propongono, non lamentano, ma documentano. Qui la proposta

Domani mattina, davanti al Senato sit-in dalle 10 alle 12,30.

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