«In definitiva, il prossimo decennio sarà contrassegnato da un delicato equilibrio in cui l'Europa dipenderà dal gas russo, ma il bisogno della Russia di esportare il suo gas renderà anch'essa dipendente dall'Europa. La lezione che sì ricava dalla crisi ucraina è che mentre la Russia è una superpotenza del gas meno forte di quel che appare, l'Europa farebbe bene a cominciare a costruire rapporti energetici più diversificati».Avevamo parlato qui della nuova arma testata da Putin contro l'Ucraina, con esiti non proprio soddisfacenti.
Di dipendenza energetica e settori decotti e protetti parla oggi Oscar Giannino su Il Messaggero: "Rimandare è meglio che sbagliare" è la regola jeffersoniana. Si badi però, in casi rari ed estremi, ma se la si adotta come sistema, «il peggio è assicurato e l'Italia ne costituisce a proprie spese la controprova».
«Tanto la vicenda della dipendenza energetica dal gas, quanto l'ennesimo aggravarsi della malattia di Alitalia, sono due capitoli dell'eterna malattia italiana di rinviare decisioni necessarie, fino al punto di far pagare all'intera collettività un costo raddoppiato: prima dell'inazione, e poi delle sue conseguenze... Come contribuenti, solo negli ultimi 4 anni Alitalia ci è costata oltre 3 miliardi di euro di esborsi a carico dello Stato: 1,2 miliardi di euro per le ricapitalizzazioni finanziate dal ministero dell'Economia; i 750 milioni stanziati nella finanziaria 2005 promessi a Cimoli al suo insediamento; i 400 milioni pubblici per la cassa integrazione dei 3.690 dipendenti in esubero nel triennio, puntualmente sottostimati; i 780 milioni dovuti da Fintecna...»
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