Agli europei si rivolge con una letter to europeans lo storico Victor David Hanson, su National Review: «Il mondo sta diventando un posto più pericoloso... Il radicalismo islamico, una Cina comunista in ascesa, un crescente neocollettivismo in America Latina, una Russia neozarista, oltre alla fame e alla barbarie in Africa, tutto questo e oltre minaccia la promessa dell'Occidente. Così, criticateci per i nostri peccati; offriteci il vostro consiglio; impartite all'America la saggezza della vostra grande esperienza — ma come partner e da pari in una guerra, non come un inferiore o un invidioso neutrale che si tiene da parte. La storia è inesorabile. Nessuno di noi è dispensato semplicemente per la sua gloria passata».
«Even in this debased era of multiculturalism that misleads our youth into thinking no culture can be worse than the West, we all know in our hearts the truth that we live by and the lie that we profess — that the critic of the West would rather have his heart repaired in Berlin than in Guatemala or be a Muslim in Paris rather than a Christian in Riyadh, or a woman or homosexual in Amsterdam than in Iran, or run a newspaper in Stockholm rather than in Havana, or drink the water in Luxembourg rather than in Uganda, or object to his government in Italy rather than in China or North Korea. Radical Muslims damn Europe and praise Allah — but whenever possible from Europe rather than inside Libya, Syria, or Iran».
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