Pagine

Monday, January 23, 2006

Per un approccio liberale al problema dell'identità

Chiaro, esaustivo, piccolo saggio di Amartya Sen per affrontare il problema dell'identità e del multiculturalismo senza cadere nel perismo:
«La politica del confronto globale viene spesso vista nel mondo come un corollario di divisioni culturali e religiose, e il mondo viene sempre più considerato (se non altro implicitamente) come una federazione di religioni o di civiltà, ignorando così tutti gli altri modi in cui le persone percepiscono se stesse. A sostegno di questa linea di pensiero esiste la strana presunzione per cui i popoli del mondo possono essere classificati in modo univoco in base a un sistema di suddivisione singolare e onnicomprensivo. La suddivisione della popolazione del mondo in base alla civiltà o alla religione porta a un approccio «solitarista» dell'identità umana, che vede gli esseri umani come membri di un gruppo particolare (in questo caso definito dalla civiltà o dalla religione, diversamente da prima, quando le differenze venivano fatte risalire alla nazionalità o alla classe sociale). L'approccio solitarista non solo nega alle persone il diritto di scegliere la propria identità, ma può essere anche un ottimo modo per fraintendere praticamente chiunque...» Continua a leggere
Qualche giorno fa Francis Fukuyama si interrogava sul multiculturalismo europeo:
«La tolleranza liberale è stata interpretata come rispetto non per i diritti dei singoli ma dei gruppi, alcuni dei quali proprio loro intolleranti (con l'imposizione, ad esempio, di chi le proprie figlie dovessero frequentare o sposare). Per un senso sbagliato di rispetto nei confronti delle altre culture, si è dunque lasciato che le minoranze musulmane autodisciplinassero i propri comportamenti, un atteggiamento che si coniugava con un approccio corporativo tradizionalmente europeo nei confronti dell'organizzazione sociale».
Anziché integrare individui abbiamo cercato di integrare comunità, invece di assicurare l'esercizio di libertà e diritti a quei singoli individui, all'interno delle nostre città abbiamo concesso delle autonomie etnico-confessionali, se non veri e propri rapporti privilegiati con lo Stato, a etnie e gruppi religiosi in quanto comunità. Occorre recuperare la dimensione dell'individuo come soggetto di diritti, dando minore spazio a politiche pubbliche incentrate sul riconoscimento identitario di questo o quel gruppo. Altrimenti il rischio è quello di trovarci di fronte a società tribalizzate, frammentate, prive di centro politico, dove molti gruppi culturali affermano la propria identità attraverso il vittimismo, il risentimento, l'ideologia politica.

Nel novembre scorso Marco Pannella a Radio Radicale metteva in guardia: «Se multiculturalismo significa creare situazioni concordatarie con organismi detti rappresentativi di ambienti religiosi o altro, sono contrario. Il pluralismo è un valore che non ritengo tale, sono sulle posizioni di Martin Luther King: gli individui vanno tutelati nei loro diritti e quanto più sono negati, tanto più è un problema generale di tutti gli individui».

No comments: