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Monday, January 23, 2006

L'Italia in mano a dei paranoici

E la tesi, estremizzata un po' ma convincente, esposta da Luca Ricolfi su La Stampa.
«La cosa che trovo più curiosa in Prodi e Berlusconi è la simmetria delle rispettive analisi. Entrambi paiono convinti che il principale ostacolo alla crescita dell'Italia sia costituito dall'avversario, e non dalle proprie difficoltà a governare la propria coalizione e a guidare la trasformazione del Paese in un ambiente internazionale sempre più "turbolento". Berlusconi pensava che, rimosso Prodi, l'Italia avrebbe ipso facto imboccato un nuovo glorioso cammino di modernizzazione. Analogamente Prodi pensa che, rimosso Berlusconi, l'Italia possa liberare le sue migliori energie, e riprendere un cammino di crescita economica e civile malauguratamente interrotto nel 2001.

Questa doppia analisi è puerile. Berlusconi non è credibile proprio perché pretende di non aver sbagliato nulla nei suoi cinque anni di governo. Prodi non è credibile precisamente perché l'unica vera autocritica che sentiamo ripetere sugli anni dell'Ulivo è quella di non aver varato una legge severa sul conflitto di interesse, come se il declino italiano dipendesse dal non aver rimosso l'anomalia Berlusconi (ancora una volta la rimozione dell'avversario come unica via di salvezza del Paese)». Leggi tutto

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