Chi saranno gli interpreti del richiamo di Monti?

Sa di inciucio, sa di Grande Centro? Sì, probabilmente sa di questo e il tempo dirà se questo ha in mente oggi Mario Monti. Il suo richiamo a un «impegno bipartisan prima del voto» potrebbe però essere inteso per il verso giusto, recepito nel senso in cui più ci conviene, da democrazia matura in cui gli avversari politici non si delegittimano a vicenda e sanno incontrarsi sugli aspetti più urgenti per la sicurezza e il benessere del paese.

Certi obiettivi, «... accrescere la concorrenza, eliminare la ruggine delle rendite, lubrificare i meccanismi dell'economia con il merito e con l'apertura a chi finora è stato escluso, non con la collusione e con la protezione dei privilegi corporativi», dovrebbero essere condivisi e quindi, chiede Monti:

«Non potrebbero riconoscere, le due coalizioni, che qualunque di esse sia chiamata a governare dovrà, nell'interesse della crescita del Paese e per dare una prospettiva ai giovani, dispiacere in una certa misura alle diverse corporazioni (delle quali quasi tutti facciamo parte)? E che, perciò, ciascuna di esse si impegna: durante la campagna elettorale, a non inseguire il consenso delle varie corporazioni promettendo loro il mantenimento di tutti i loro privilegi e di tutte le loro rendite; dopo le elezioni, ad attuare quegli indirizzi e misure se andrà al governo e, se invece sarà all'opposizione, a non attaccare il governo che li attui».

Liberalizzazioni dei servizi (dalle professioni all'università), concorrenza, infrastrutture, sono i nodi individuati da Monti.

Il come l'invito di Monti verrà recepito dipende da chi se ne farà interprete e garante. In molti hanno interesse a identificare il richiamo di Monti con la necessità di un Grande Centro. C'è qualcuno che abbia intenzione di farsi interprete delle urgenze indicate da Monti con un approccio bipartisan degno di una democrazia matura ma non inciucista? Si faccia avanti prima che altri se ne impossessino. Presto, per favore.