Eppure Angelo Panebianco, nel lontano 28 settembre 1993, comprese così bene l'importanza di sostenere le Liste Pannella - che alle elezioni amministrative di quell'anno si presentavano con l'obiettivo della riforma anglosassone e di costituire un «nucleo promotore e anticipatore» del Partito Democratico, impegnandosi a investire a questo scopo, nelle elezioni politiche, il risultato elettorale delle amministrative - da apparire come secondo firmatario (il primo era Pera, ma è un caso da affrontare a parte) di un manifesto-appello.
La critica che nell'appello si faceva agli ex PCI appare molto simile a quella che oggi Panebianco fa ai Ds e alla forma che sembrerebbe prendere un partito democratico composto da ex comunisti ed ex democristiani. «Inadeguati - si legge nell'appello - i tentativi in atto o di rigenerare vecchi partiti o di costituire aggregazioni che, all'insegna del nuovismo, ripetono esperienze già fatte. In particolare, chi subordinasse la propria strategia e le proprie scelte a quelle attuali del PDS, non potrebbe assicurare al Paese quella radicale riforma e quella rivoluzione liberale che vogliamo».
Allora Panebianco decise quindi di sostenere le Liste Pannella: «Le liste Pannella dovranno costituire anche il nucleo promotore e anticipatore di questo partito. Con questo senso - di aggregazione "per il Partito Democratico" - esse si presentano alle prossime elezioni amministrative e a questo fine - di costituente del Partito Democratico - il Movimento indirizzerà il risultato conseguito. L'impegno oggi alle elezioni amministrative a favore delle Liste Pannella è quindi premessa per la presentazione domani del Partito Democratico alle elezioni politiche, da noi fortemente voluta. Per queste ragioni, rivolgiamo un appello per l'adesione al Movimento e per la partecipazione o comunque il sostegno...» eccetera eccetera.
Oggi invece Panebianco solleva rilievi, anche in parte fondati, alla strategia di Pannella nel centrosinistra, ma non s'accorge che il ruolo che la Rosa nel Pugno potrebbe giocare è il medesimo (o molto simile) per il quale, nel 1993, sottoscrisse l'appello a sostegno delle Liste Pannella, appello che oggi sembra trovare il suo corrispettivo in quello di Biagio De Giovanni, che rimarrà, prevediamo con rammarico, privo della firma di Panebianco.
5 comments:
Compagno Punzi, ti faccio i miei più vivi complimenti: questa scoperta vale oro.
Luigi Castaldi
Ottimo ritrovamento. Ma molti dei firmatari, poco dopo e per non disperare, provarono l'esperienza di Forza Italia, di quello, cioè, che allora si propose come il partito liberale di massa.
Altri tempi. Ma buona parte di quell'elettorato, che oggi ha 12 anni di più di disincanto, nel 1999 votò radicale fino all'8,6%. Li abbiamo persi uno dopo l'altro. Possibile che fossero tutti scemi ed influenzabili dal silenziamento mediatico? Ciao.
Il fatto è che nel centrosinistra (lo dico per l'ennesima volta), la "rivoluzione liberale" non si farà mai.
Quanto può contare la parte liberale della Rosa nel Pugno (composta per la gran parte da statalisti socialisti), dato tra il 2 ed il 3,5%, in una coalizione che vale circa il 50%?
Non sarebbe stato meglio allearsi con Forza Italia (i cui liberali sono un'ottima fetta, checchè se ne dica: chi se ne è andato è passato in larga misura all'Udc, quindi non sono i liberali quelli che l'hanno lasciata...), la parte della Lega (anche qui non trascurabile) che ama il liberismo, più qualcuno di AN, e creare un "polo liberalista", del valore elettorale del 30% circa, che avrebbe dato del filo da torcere a tutti?
Invece, i Radicali faranno (forse) vincere la sinistra ed affosseranno per altri cinque anni (se va bene) il sogno di un'Italia più libera.
Nicola non condivido la tua fiducia sul tasso di liberalismo in FI ma senz'altro non possiamo pensare che tale tasso sia più elevato nello sdi o, men che meno, nell'unione in generale
cugino, non me ne volere, io sto con Rocca (che appoggia Panebianco). Vi state sprecando. Attenti.
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