Una Finanziaria centrata su entrate fiscali e contributive, ticket e bolli, non rischia di spegnere sul nascere la ripresa economica?
«No, la manovra ha l'obiettivo di agganciare la crescita europea, fondandosi sul risanamento strutturale dei conti pubblici [dov'è?], su una più forte capacità di spesa della maggior parte delle famiglie [?], sul recupero di competitività delle imprese [?]».
«La rigidità della spesa pubblica non ha permesso di attuare tutta quell'azione di razionalizzazione e di riduzione della spesa che mi auguravo. Rispetto a questo ci siamo un poco allontanati dal Dpef. Nonostante ciò la manovra realizza 20 miliardi di tagli e 13 di entrate... vista l'eredità lasciata dal precedente governo... un aumento del gettito si è quindi reso necessario e ineludibile, accompagnato però da una solida politica di redistribuzione [!]».
«Facciamo chiarezza. La preoccupazione principale di questo governo è di non penalizzare i ceti produttivi né le imprese». Meno male, pensate se non lo fosse stata...
Intervistatore tosto, ma Emma Bonino ha fatto quadrato e difeso la Finanziaria varata dal Governo cui appartiene.
La Bonino non sa, o non vuole, capire la differenza che passa tra il «ricattare il governo o la maggioranza», cosa che nessuno chiede di fare, e il sollevare i temi qualificanti di un'«alternativa» liberale.
Dice di aver «espresso nelle sedi opportune» le sue «opinioni al riguardo». Non potrebbe farcele sapere, schiettamente, quali sono queste sue «opinioni al riguardo» della Finanziaria? Va bene accettare le decisioni collegialmente prese dal Governo, ma non è lesa maestà rimarcare i punti di dissenso. Perché se le sue opinioni sono quelle che trapelano da questa intervista non ci siamo, non ci siamo proprio.
Una crisi d'indentità (ma in positivo) sembra averla anche il sindaco di Bologna, ed ex lider maximo della Cgil, Sergio Cofferati, che nella Finanziaria individua i mali che ci saremmo aspettati sentir denunciare dalla Bonino: «Non va bene. È una finanziaria che può produrre effetti politici pesantemente negativi. Capisco tutto: l'eredità molto brutta lasciata dal governo precedente, l'obbligo di rispettare i vincoli europei, l'inevitabilità dei sacrifici. Ma così proprio non va».
«Prima i ricchi da fare piangere, poi il ministro che dice di voler togliere ai ricchi per dare ai poveri... Guardiamo alla madre di tutto questo dibattito, la modifica delle aliquote Irpef introdotte dal centrodestra. Il mutamento delle aliquote inasprisce il prelievo fiscale anche per alcune fasce medio-basse. Le detrazioni previste rimediano a questo effetto, ma in maniera diseguale tra i diversi redditi. Poi, da 40 mila fino a 100 mila euro, tutti pagano di più rispetto a prima. E non credo che questi possano essere considerati i ricchi».
Padoa-Schioppa dice che i ricchi non si devono lamentare. «Quando ho sentito il ministro Padoa-Schioppa alla Camera parlare dei "ricchi" sono rimasto davvero basito. In realtà parlava di una platea formata sostanzialmente dal lavoro dipendente e dal ceto medio produttivo che storicamente pagano le tasse. A quelli che tecnicamente si possono considerare davvero ricchi, la modifica delle aliquote non chiede nulla. Accreditare l'idea che 75 mila euro sia la soglia della ricchezza significa accomunare i benestanti a chi percepisce dieci volte tanto. Un errore clamoroso».
Non solo sull'Irpef Cofferati ci sorprende, ma anche su Tfr e pensioni, cogliendo - da sinistra - un nodo importante: l'aumento dei contributi per tutti i tipi di lavoratori, che di fatto annulla i presunti benefici introdotti: «Per ragioni a me incomprensibili, per non spostare in avanti di qualche settimana l'uscita dal lavoro di qualche decina di migliaia di persone si sono aumentati i contributi previdenziali a milioni di lavoratori dipendenti, oltre agli incrementi per autonomi e parasubordinati».
Purtroppo, sarà più facile vedere Cofferati che la Bonino, al «tavolo dei volenterosi» costituito da Daniele Capezzone.
7 comments:
emma chi?
ciao.
io ero tzunami...
I Radicali sono una fonte inesauribile di comicità. Involontaria.
dire "i radicali"...è una facile generalizzazione...io, ad esempio, da maligno che sono...potrei essere indotto ad annoverare nel mucchio...anche le molecole o porzioni di molecole che hanno un elettrone in meno...ahé, sempre di conclamati deficit stiamo parlando...talché sparare nel mucchio è troppo facile...e troppo sterile al tempo stsso.
nomi e cognomi, please...
il guaio vero è che purtroppo non ci sono più "le belle idee per cui si muore".
o almeno...si digiuni!
ciao.
io ero tzunami...
Personalmente quando facevo parte d certi organismi preferivo lottare nelle sedi opportune che uscire e sputtanare il tutto.
Quando poi proprio nelle sedi opportune non mi ascoltavano organizzavo la dissidenza interna e montavo l'opposizione interna.
Ma meglio a mio parere chi lotta in CdM e poi se in minoranza difende le decisioni che chi magari sta zitto là e poi esce e parla a vanvera e fa casino per ottenere visibilità.
Sarà strano ma lo considero liberale sostenere decisioni che non ti piacciono ma passate a maggioranza.
La domanda semmai è: che cavolo ci fa la Bonino lì con gente come Ferrero Bianchi e Damiano?
Dalla Boninno mi aspetto molto.
Già da tempo la Bonino non era più quella del 1998... non mi meraviglio più.
Per quanto concerne Cofferati... leggiti ciò che scrive Martino su Libero di sabato...
e riflettici...
ciao
La prima vera prova dei Radicali al governo è stata una straziante delusione.
Forse è meglio che si guardino allo specchio e cerchino di intuire dove stanno andando (precipitando).
La lealtà nei confroni degli alleati politici è una virtù che in Italia è molto preziosa, ma il divorzio dall'unione è l'unica soluzione. O adesso sono contrari anche al divorzio ....
(mi ricordo nel '94, quando diedero l'appoggio esterno al primo governo Berlusconi, che erano sempreli con SE e MA per ogni questione, e adesso ...)
ettoregonzaga
Scusa, ma i contratti collettivi nazionali non sono appunto previsti per decidere quei requisiti di sicuerezza e civiltà minimi nella vita dei lavoratori, che tu elencavi, mentre altri dettagli sono affidati già adesso ai contratti di categoria? Poi, sulla questione di ridurre drasticamente le entrate dello Stato per "affamare la bestia": non credo si tratti solo di un'espressione, a mio parere infelice, questa tua, ma di una vera e propria spia che denuncia una visione del mondo a mio modo di vedere allarmante. Infatti, il "patto sociale" che sta alla base della costituzione di un qualsiasi Stato si fonda proprio sulla necessità di porre un solido, duraturo e STABILE (dunque anche stabilmente finanziato) freno a quella realtà innegabile dell'egoismo e della sopraffazione del più forte sul più debole che si può sintetizzare nell'espressione "homo homini lupus" o, per chi crede, nella dolorosa presenza della "ferita originale" del Peccato. Chiedo venia per la lunghezza. Cordialmente, Licia
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