Una mera operazione di immagine il vertice di maggioranza e di governo che questa mattina ha riunito lungo un tavolo i ministri e i rappresentanti delle varie forze politiche dell'Unione. Dare un'immagine di compattezza, anche se effimera, all'opinione pubblica era l'unico scopo dell'incontro, dal quale non ci si poteva certo aspettare qualche indicazione sulle politiche di governo, viste le contraddizioni e l'eterogeneità della compagine.
Prodi il celebrante, gli altri ridotti a yesmen ingaggiati per questa prova di coesione, che tutti sanno non esistere dov'è determinante, in Parlamento.
Le solite lamentele per la «pesante eredità» lasciata dal governo precedente (anche se per porvi rimedio sarebbe bastata una Finanziaria da 15-18 miliardi di euro e non certo di 40); le solite parole vuote (risanamento, equità e sviluppo) a fronte di nessun obiettivo concreto, né nel merito né sui tempi. Vuote dichiarazioni d'intenti, atti di fede, l'ostentazione di una compattezza che non c'è. Al di là delle apparenze, infatti, anche se l'eventualità di sorprese al Senato non è da escludere, la Finanziaria sarà lasciata passare «così com'è», come preannunciato da Padoa Schioppa, ma è probabile che nei primi mesi del nuovo anno si trovi il modo per far fuori Prodi per manifesta incapacità politica e tecnica più che per "complotto".
E i radicali? Esattamente come i sedicenti "riformisti" rischiano di fare la figura degli "inutili idioti", se non si dà forma e corpo a una linea - che ad oggi appare più impersonificata da Capezzone che vissuta dagli altri leader radicali - di forte distinzione tutta mirata sui contenuti capaci di aggregare una "terza area" liberale e riformatrice.
La pattuglia radicale è tra l'altro esposta a un grave pericolo: sarebbe un disastro, infatti, se per disciplina di coalizione si facesse lo sforzo di ingoiare i rospi dei prossimi voti di fiducia alla Camera, per poi vedere il Governo bocciato al Senato (eventualità improbabile ma non remota) da qualche altra forza politica. Sarebbe una beffa.
In ogni caso, se il Governo Prodi, come pare, ha ancora pochi mesi di vita, sotto le macerie della sua caduta rischiano di rimanere, senza neanche rendersene conto, i suoi «giapponesi» della prima ora, se non riusciranno per tempo a divincolarsi e a intuire gli scenari, che non è detto siano tutti negativi, che si vanno delineando. Certo, è difficile poter giocare le proprie carte su altri tavoli se si lega la propria (breve) esperienza governativa al duo Prodi-Padoa Schioppa.
1 comment:
Sconsolato e condivisibile post per quanto riguarda quei radicali che siedono in Parlamento e nel Governo.
Non per i molti altri radicali-dentro che hanno mollato questa pantomima antiradicale.
Pannella c'era, tra gli altri, ma non si è sentito affatto, oramai succube dell'unico vero interesse personale che ha: la roba "necessaria ed urgente" per la sopravvivenza della sua creatura e di sé. E questo è ancora più sconsolante ed illuminante. Anche lui, adesso più che mai, è davvero del tutto scollegato dal sentire più diffuso tra la gente comune cui sempre si appella come sua alleata, ma che, casoitalia o no, se ne sbatte altamente dei suoi vani digiuni e delle sue traballanti iniziative. Stavolta non ci sarà appello perchè nessuno dimenticherà.
E non si dica che bisogna correre il rischio di essere impopolari per non essere antipopolari. Banalità e giochi di parole senza futuro.
La RNP si è rivelata subito una bufala madornale e continuare a votare le fiducie a denti stretti e col mal di pancia è solo vecchissima partitocrazia, altro che!!!
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