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Wednesday, October 25, 2006

Accolte le scuse di Newsweek, accoglieremo pure quelle di Al Gore e del Wwf

Al GoreIl mondo lentamente verso una nuova era glaciale. Temperature che si abbassano drasticamente nell'arco di trent'anni, incalcolabili danni all'agricoltura e fame nel mondo, con i governi che si armano pronti a combattere per la sopravvivenza dei propri cittadini. Per l'umanità una catastrofe. Era il bidone del global cooling, rifilato da Newsweek trent'anni fa, nel 1975. Ebbene, oggi il settimanale chiede scusa.

Ma come è potuto accadere che gli esperti intervistati trent'anni prendessero una tale cantonata? Secondo William Connooley, esperto di clima della British Antartic Survey specializzato nello studio delle predizioni sulla nuova era glaciale, la risposta è semplice: nel '75 non possedevano i dati, i computer e i modelli matematici di oggi.

Adesso è il grande momento del global warming. Nel 2035 qualcuno verrà a spiegarci che trent'anni prima (cioè oggi) non possedevamo i dati, i computer e i modelli matematici adeguati.

Alberto Mingardi, dell'Istituto Bruno Leoni, dopo aver ricordato le bufale di un intero secolo, ci ha ricordato che «il nostro sostentamento si basa in parte su "sistemi naturali", solo che questi non sono nulla, senza la creatività umana. Il petrolio era un liquido sporco e molesto, prima che si trasformasse in combustibile. Questa nostra presunta "schiavitù" è il frutto del genio di alcuni nostri simili. Perché l'uomo è così, dove c'è un problema lui trova la soluzione. Non c'è traccia di civiltà, nella storia della razza umana, che si siano estinte perché... si è esaurita la risorsa all'epoca più rilevante».

«Ridicolo» l'ultimo rapporto del WWF, secondo Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento Ecologia di mercato dell'IBL, come tutte le previsioni catastrofiche, perché «poggiano su due ipotesi di fondo: primo, che lo stock di risorse esistenti sulla Terra sia dato, mentre l'esperienza ci dice che l'uomo inventa risorse, stimolato dai problemi: il petrolio non era una risorsa, ma un liquido nero che inquinava i pozzi, fino a poco tempo fa. Secondo, gli analisti del WWF credono che l'umanità sia composta da stupidi. La storia ci dice esattamente il contrario: nessuna risorsa si è mai esaurita nell'avventura umana e nessuna risorsa mai si esaurirà, purché il mercato sia lasciato libero di lavorare trasmettendo informazioni relative alla scarsità relativa delle risorse».

Aggiungo un'altra obiezione, di fondo, direi logica. Esiste un modello matematico di cui siamo in possesso per calcolare tutte le infinite variabili che determinano il clima non di un piccolo o grande ecosistema, ma addirittura dell'intero pianeta? E ne esiste un altro in grado di spiegare l'eventuale cambiamento climatico con l'azione dell'uomo? Spiegare, non vuol dire solo affiancare due statistiche, come se il loro accostamento di per sé costituisse un legame causale.

In giro vedo solo moralismo a buon mercato, millenarismo da testimoni di Geova, all'insegna del "Ricordati che devi morire!". Bene, adesso ce l'appuntiamo da qualche parte.

13 comments:

JimMomo said...

Caro lettore, o forse scritto questo? Ho forse detto di "rinunciare"?

No, non mi pare.

Anonymous said...

Comunque, se vai in Calabria od in Sicilia, ti accorgerai che quando piove, non è più come una volta. Adesso la pioggia arriva come coi monsoni, come nelle regioni tropicali.

Se ci sarà davvero un innalzamento del livello dei mari "basterà" incanalare l'acqua per allagare il deserto del Sahara e cominciare in contemporanea a costruire dissalatori per avere acqua potabile e per l'irrigazione.
Basta vedere le cose in un altro modo e le migrazioni cambieranno direzione.
Facile no?

Anonymous said...

Mi è venuta in mente ed ho ritrovato l’intervista rilasciata da Karl R. Popper a Corrado Augias, pubblicata su la Repubblica del 3 marzo 1990. Ne riporto un brano.

…si tratta di cose che l'umanità non aveva mai vissuto prima.
Domanda. A che cosa lo dobbiamo secondo lei?
Risposta. Alla scienza e alle sue applicazioni, cioè alla tecnologia. Si tratta di miglioramenti di dimensioni planetarie che hanno permesso a milioni di persone di vivere come mai in precedenza, fin da quando l'uomo è apparso sulla terra. L'argomento che in genere prevale è invece l'opposto, e cioè che la tecnologia ha rovinato o sta rovinando il pianeta. E' falso, si tratta di un mito, di un altro mito. E' proprio vero che l'uomo ha bisogno di costruirsi dei miti, credere alla ragione è molto difficile.

D. Professor Popper, ma "il buco nell'ozono" … a lei non fa paura?
R. La vita commette errori e crea problemi per la vita. Ma, come dimostra il fatto che lei ed io stiamo qui seduti a parlare, la vita ha creato un mondo prevalentemente adatto alla vita.

D. E i deserti?
R. Ci sono i deserti e i posti dove la vita non può esistere. E tuttavia, ciò che in prevalenza la vita ha fatto, fin dall'inizio, è stato di aumentare le condizioni che permettevano la prosecuzione della vita. Questo è successo. E le cose stanno andando ancora avanti. Negli Stati Uniti la tecnologia ha permesso di recuperare situazioni ambientali che sembravano disperate. Solo la tecnologia potrà consentire di riparare agli errori commessi dalla tecnologia.

D. I verdi, gli ambientalisti, gli ecologisti…
R. Il punto di vista che va respinto è quello secondo il quale la tecnologia è male perché senza la tecnologia la terra sarebbe un paradiso incontaminato. Chi sostiene che bisognerebbe tornare ai bei tempi di una volta, non considera che in pratica questo vorrebbe dire sopprimere buona parte dell'umanità esistente perché, senza tecnologia, milioni di persone morirebbero di fame. Puro "nonsense". Una battaglia giusta è combattere invece contro un eccessivo aumento della popolazione sulla terra. Problema medico e tecnologico che non siamo attrezzati a risolvere.

JimMomo said...

Grazie Sergio per il tuo ottimo contributo.

Tra l'altro, scopriamo che Popper era invece sensibile alla denatalità.
ciao

JimMomo said...

Ecco, appunto.

Questo è il tipo di commento per cui mi ostino a tenere aperti i commenti.

Ognuno porta il contributo della propria professionalità. Grazie, è proprio ciò che intendevo dire, pur non essendo uno scienziato.

Giuseppe Regalzi said...

Io, invece, per la prima volta dissento... ;-) Ti ho risposto con un post apposito.

Anonymous said...

Il vero ostacolo insormontabile, per la pseudo-inferenzialità fiorita attorno alle indagini sul riscaldamento globale, non è tanto la scoperta della proverbiale patata lessa - e cioè che, all'uscita da una glaciazione, le medie termiche vanni incontro ad un innalzamento... - e nemmeno il numero delle variabili in gioco. Il punto è la delimitazione dei sistemi termodinamici modellati: teoricamente, per individuare lo stato di un sistema, basta una coppia di coordinate cartesiane (pressione e volume, entropia e temperatura). Ma se quel sistema è troppo esteso fisicamente, diviene impossibile effettuare misurazioni minimamente rilevanti. Ecco perché i modelli climatici catastrofisti, di là dalle conclusioni più scontate, non sanno predire il decorso delle calamità che denunciano né i possibili rimedi per scongiurarle o, quantomeno, per mitigarne gli effetti.

Giuseppe Regalzi said...

Il riscaldamento globale è un fenomeno completamente distinto dall'innalzamento delle temperature proprio di un periodo interglaciale. Le due cose non hanno niente a che fare l'una con l'altra.

I modelli predicono – con gradi di esattezza purtroppo incerti – l'andamento futuro del clima su scala globale (non capisco perché il fatto che il sistema è troppo grande dovrebbe costituire una difficoltà). Quanto ai rimedi, entrano in gioco fattori politici che difficilmente possono far parte di un modello climatologico. Fisicamente la soluzione sarebbe molto semplice: smettere subito di bruciare combustibili fossili, o limitarne comunque drasticamente il consumo (le temperature medie scenderebbero lentamente nel corso dei secoli, man mano che i gas serra vengono assorbiti dagli oceani). Ma non è economicamente fattibile.

Anonymous said...

E' come al solito difficile scegliere tra lo schierarsi con i sostenitori della "magnifiche sorti e progressive" e i catastrofisti che, se dipendesse da loro, ci farebbero tornare alla candela dei bei tempi andati, quando la terra era un paradiso, ecc., ecc.

E' simpatico e tira su di morale leggere un post "fiducioso" come questo o l'intervista a Popper riportata da Sergio Vivi, ma poi ripensi alle ultime estati o alla sarizione dei ghiacciai sulle nostre Dolomiti (per citare solo ciò che vediamo e tocchiamo con mano), e allora ti deprimi di nuovo ...

Io dico solo questo: pragmaticamente, e senza aderire a nessuna delle due tesi estreme, forse sarebbe meglio preoccuparsi e cercare di correre ai ripari, caso mai i pessimisti avessero ragione e Popper, come Newsweek, si fosse sbagliato. E' meno rischioso, tutto sommato.

Anonymous said...

Che le due cose non c'entrino nulla l'una con l'altra è tesi per lo meno avventata. In molti sostengono il contrario, e io con loro - anche tenuto conto che la temperatura globale è soggetta a fluttuazioni di varia natura: novecento anni fa faceva molto più caldo di oggi, e dubito che il motivo fosse l'eccessivo utilizzo di idrocarburi.
La previsionalità dei modelli climatici è discutibile perché le proiezioni che forniscono partono da variabili misurate su "spazi di controllo" troppo ampi: se si pensa che basta misurare lo scarto tra temperatura a bulbo asciutto e a bulbo umido in due punti diversi di uno stesso locale - vicino alla finestra e vicino ad un corpo radiante, per esempio -, per riscontrare notevoli discrepanze di valore...

Giuseppe Regalzi said...

Non voglio approfittare di questo spazio per un duello a due, oltretutto abbastanza specialistico; ma non posso fare a meno di notare che l'affermazione che la temperatura di novecento anni fa fosse maggiore dell'attuale è basata su «faulty logic and/or misinterpretations of the available evidence». Anche le misure della temperatura (e di altri parametri) usate nei modelli sono prese considerando tutte le possibili fonti locali di calore (e sono corroborate dalle osservazioni dei satelliti).

Mi rendo conto che queste discussioni possono risultare sterili, in quanto si limitano a contrapporre un punto di vista all'altro, senza che chi legge possa scegliere con cognizione di causa. Suggerirei allora a chiunque sia interessato di consultare il blog RealClimate. Viene gestito da esperti, e può rispondere alla stragrande maggioranza dei dubbi. Anche chi non capisce nulla di climatologia (categoria a cui appartengo anch'io) può almeno percepire l'equilibrio, la professionalità, la mancanza di interessi occulti di chi ci scrive.

Anonymous said...

In realtà non si sa se a) il riscaldamento globale ci sia, e b) quale ne possa essere la causa.

Se per quanto riguarda a), c'è un certo accordo nel dire che la temperatura media globale (cioé un singolo numero) sia aumentata, anche se meno di quanto prevedeva anche il piu' moderato tra i modelli, per quanto riguarda b) siamo ancora abbastanza in alto mare.

E non basta dire che è aumentata la CO2 (anche qui, di meno rispetto a quello che ci si aspettava), perché in atmosfera non c'è solo la CO2, o il metano (altro gas serra), ma c'è tutta una complessa interazione nonlineare di fattori, che in ultima analisi influenzano il ciclo dell'acqua. Infatti è il vapor d'acqua il vero gas serra, senza il quale la temperatura terrestre starebbe verso i -30 gradi.

Il fatto è che per grossi centri di ricerca il global warming è un business: finché c'è la paura del global warming si investono - giustamente - soldi in ricerca su questo tema, che è comunque un tema interessante e importante.

Poi c'è anche il problema dell'interazione tra scienza e politica. L'esempio migliore è l'IPCC, che ha prodotto un rapporto molto bilanciato, pieno di onesti dubbi, sia in un senso che nell'altro. Poi i policy makers hanno preso il rapporto, ne hanno letto solo l'introduzione, e hanno stillato il protocollo di Kyoto che com'è noto è inutile se non dannoso. (Istruttiva a questo proposito è la testimonianza di Lindzen al congresso).

Allora cosa si può fare? Invocare il principio di cautela, come sempre, è una stupidaggine perché per il principio di cautela non bisognerebbe adottare il principio di cautela. Inoltre la scienza non è che si decide a maggioranza. Dire che "la maggioranza degli scienziati sostiene una cosa" non vuol dire niente.

Bisognerebbe investire di piu' in ricerca, senza aspettarsi risultati cotti e mangiati, e possibilmente anche che ti diano ragione.

Tra l'altro poi, questo non significa che non dobbiamo esplorare risorse alternative. Ci sono tante ottime ragioni per diminuire la nostra dipendenza dal petrolio, e direi che la paura del global warming è la meno buona di tutte.

Ciao,
Alex.

Anonymous said...

newsweek ci ha abituati alle bufale cicliche...5/8/2004 "osama già preso e nascosto"...così scriveva cristopher dickey, responsabile della redazione di parigi della rivista e esperto di questioni mediorientali...

tutto già visto...o già letto, trattandosi di carta stampata.

quanto alle ecotruffe ideologiche di stampo ambientalista e/o ecologista...siamo abituati anche a queste, sono cicliche pure loro...come il buco dell'ozono, che si apre e si chiude nonostante gli allarmismi degli eco-sapiens...è dalla metà degli anni 70 che gli eco-sapiens, ecoterroristi in fieri, ci ammoniscono con la ormai inevitabile distruzione del pianeta terra...ma non a causa degli alieni bensì della prossima era glaciale provocata dall'uomo, stolto produttore di anidride carbonica.

ahò, ce li avevano fatti a peperini...oggi, invece, basta aprire un giornale qualsiasi e vi si può leggere che gli stessi eco-sapiens, imputano alla formula chimica nota come co2...addirittura la responsabilità del surriscaldamento della terra e dei mari!!!

come dicevo prima, fino all'altro ieri il buco dell'ozono era il mostro nemico n° uno, meglio di osama; oggi invece...l'ozono, questo sconosciuto...cose da chi l'ha visto... così, del relativo buco non se ne sente più parlare e tutto l'ecoallarmismo è finito, dimenticato...forse solo perché ai famigerati ecoterroristi in fieri non conviene riferire che 'sto famigerato "buco"...semplicemente si è richiuso, come è nella sua natura e nonostante l'uomo.

quanto all'ultimo rapporto wwf, il concetto che permea l'idea di living planet è sempre lo stesso, inequivocabilmente marchiato da una chiara - e nota - impronta ideologica: bloccare lo sviluppo del genere umano, senza se e senza ma.

p.s.: corre voce che le piante si siano evolute nei periodi primordiali in cui i livelli naturali di co2 erano molto più elevati di quelli odierni; se questo è vero, allora mi chiedo...ma vuoi vedere che la truffa ecologistico-allarmistica è tutta una montatura posta in essere dal berluska???...no perché...sapete, l'illuminata politica del sinistra-centro è "folta" di piante ogm e gramigna varia...prima la quercia ed i suoi scarni cespugli...poi l'ulivo con le sue varie frascaglie allopatiche...senza dimenticare le tapine rose, nate nane e morte asfittiche, strozzate dalla fatale morsa del...solito pugno ben teso, quello che nonostante i travisamenti...riconosciamo bene!!!

bah, per decespugliare...bastava la falce, anche senza martello!.
ciao.


io ero tzunami...