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Sunday, October 22, 2006

Per la Rosa la partita decisiva si gioca nello Sdi

Antonio Landolfi, lanciando un appello, risponde a de Giovanni e tenta di ridare subito «fiducia e speranza a quanti hanno scommesso sulla Rosa nel Pugno».

Landolfi è consapevole che la «cultura della sinistra socialista, liberale, laica e radicale era ed è rimasta minoritaria all'interno dell'Unione e scarsamente presente nelle scelte complessive del suo Governo». C'è il «grande vuoto da riempire» di una sinisra liberale, per questo serve la Rosa nel Pugno, però basta «dispute interne», serve «iniziativa politica».

Per ripartire occorre «rafforzare dall'interno del Partito Radicale, la dimensione dell'anima comune e il senso pieno della propria, nostra presenza nell'Unione. E facendo riscoprire, ai socialisti, il valore dell'iniziativa, e della battaglia politica e culturale che è poi l'unica a giustificare il ruolo di un socialismo indipendente».

Ben vengano gli appelli, a patto che, come dicevo ieri, non si tratti di rincorrere le ambiguità dello Sdi, ma di provocare, anziché ritardare, la spaccatura tra chi al suo interno questo progetto non l'ha mai voluto, l'ha subito e non intende portarlo avanti, e chi, ammesso che ci sia, ci crede.

La battaglia decisiva si gioca all'interno dello Sdi e l'unica possibilità di far sopravvivere la Rosa nel Pugno è di costringere Boselli a prendere una decisione definitiva tra il puntare sulla Rosa come scelta strategica, rischiando di perdere pezzi del partito, quindi tessere e clientele, soprattutto a livello locale, e il tenere il piede in due staffe, pronti a saltare sul carro del partito democratico portando in dote lo scalpo della Rosa.

In questi mesi i radicali, e in particolare Pannella, troppo accomodanti e inclini alla mediazione, non hanno certo aiutato i vertici dello Sdi a intraprendere questo inevitabile processo di scelta strategica.

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