Pagine

Tuesday, October 10, 2006

Censura preventiva in nome della privacy

Ma fino a che punto i parlamentari possono appellarsi alla privacy?

Con una decisione incredibile, e del tutto discutibile anche dal punto di vista giuridico, il Garante per la Privacy ha deciso di bloccare il servizio delle Iene sul test antidroga effettuato, a loro insaputa, su 50 deputati. Il test, compiuto utilizzando il «drug wipe», un tampone che applicato sulla pelle verifica nel giro di pochi minuti se una persona ha assunto sostanze stupefacenti, è risultato positivo per il 32% degli «intervistati»: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l'8% (4 persone) alla cocaina. L'attendibilità del test è controversa, ma viene usato anche dalle forze dell'ordine per controlli.

Il servizio, senza mostrare i volti dei politici, doveva andare in onda stasera, ma evidentemente le pressioni dei deputati sulla Presidenza della Camera, e di quest'ultima sul Garante, devono essere state convincenti. La domanda è: i parlamentari godono dello stesso grado di tutela della privacy di cui godono tutti i cittadini. O forse per chi si candida, e viene eletto, a una carica pubblica il diritto alla privacy risulta attenuato e cede quando entra in conflitto con la libertà dell'informazione?

Guarda caso, in tutti questi anni di servizi delle Iene il Garante non ha avuto nulla da ridire che venissero mostrati - a loro insaputa ma sempre a volto coperto - «guaritori filippini e ladri di motorini», come ricorda uno degli autori della trasmissione, Davide Parenti. Proprio il fatto che il volto degli intervistati venga cancellato fa apparire la decisione del Garante come un intervento in difesa della categoria dei deputati in quanto tali piuttosto che dei singoli.

E infine, no alla censura preventiva. Se qualcuno sente lesa la propria immagine, e ritiene che sia stata violata la propria privacy, può appellarsi alle giurisdizioni competenti e ottenere equo risarcimento, ma soltanto a posteriori. Altrimenti verrebbe violato, in modo molto più grave, il principio della libertà d'espressione e d'informazione.

11 comments:

Anonymous said...

Segnalo che i telegiornali hanno completamente oscurato la notizia, ovvero che un parlamentare su tre fa uso di sostanze proibite.
E qui la privacy non c'entra,a meno che il parlamento(e non i parlamentari) goda del diritto alla privacy.
In ogni caso,abbasso il drug wipe

Anonymous said...

una informazione carpita così equivale ad una intercettazione illegittima.


a 'fanculo gli spioni.

di tutti i tipi.

e scusate sempre la volgarità

e mo me faccio 'na canna...


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Perché non mozziamo la testa al toro e non legiferiamo circa la pubblicità degli esami del sangue - inerenti all'assunzione di sostanze stupefacenti - dei titolari di carica pubblica?

Anonymous said...

A posteriori? Come se il fango gettato addosso alla reputazione di un parlamentare sia qualcosa di socialmente recuperabile?
Questo è un discorso con un impianto logico giustizialista.

Il test è stato effettuato senza il consenso degli interessati. E poi chi dice che gli autori delle Iene o chi per essi non abbia manipolato o semplicemente scambiato i tamponi, una volta effettuato il test sul singolo parlamentare?

Punzi, la deriva ghigliottinesca ti mancava. Ora hai fatto en plein: in 12 mesi 12, sei stato tutto e il contrario di tutto nella tua vita. :)

ds

JimMomo said...

"un parlamentare"?

I volti sono coperti, daniele. Il singolo non è riconoscibile. Qui il punto è che viene difesa la categoria dei deputati in quanto tale.

Ed è chiaro che se c'è stata manipolazione questa va punita, ma non mi pare sia stato questa la motivazione del blocco imposto dall'Autorità.

"in 12 mesi 12, sei stato tutto e il contrario di tutto nella tua vita".

Ecco, anch'io avrei dovuto censurarti preventivamente. E invece mi basta risponderti che scrivi cazzate e offendi gratuitamente.

Anonymous said...

Ma quel ds è per caso quel ds che penso io?
Che piacere, almeno ogni tanto, ritrovarsi sulle medesime posizioni! ;)
Fried
P.S. Ti ho linkato da me, Jim. In senso critico, of course.
http://friedrich-bapa.splinder.com/1160494391#9519866

Anonymous said...

I volti sono coperti, ma i corpi no. E soprattutto se si tratta di parlamentari noti, è facile ricostruirne l'identità. Non a caso si parla di querele già pronte a partire.

Se le Iene manipolano il test e poi mandano in onda il filmato, tu parlamentare sei infangato a vita. Ricade su di te, a quel punto, l'onere di discolparti socialmente e/o dimostrare l'altrui magagna. Come vogliamo chiamarlo questo, soldato Punzi? Un Paese normale? E il tuo comportamento? Liberale e garantista, magari?

Il discorso del tuo post oltre il facile populismo non va. Cadi nella foga voyeuristica - che è sempre forca di popolo - e la giustifichi con il diritto di informazione che prevale su quello alla privacy.
Ma a parte il fatto che giuridicamente non sempre è così e che c'è una bella giurisprudenza in materia che forse dovresti approfondire, mi limito a rilevare il fatto che sei uno che si definisce iper-garantista ad ogni folata di vento.
Ma tra il definirsi e il dimostrarsi c'è un rapporto che è inversamente proporzionale e che è dato da casi più complessi o raffinati dell'urlare a squarciagola ai detenuti condannati in giudicato: uscite dalle carceri via indulto, ché lo facciamo per i diritti umani!

In un arco temporale relativamente breve hai avuto la tragicomica capacità di dirti o rivelarti sia socialista che liberale, sia garantista che forcaiolo, sia pro Bonino sui diritti umani in Cina che contro Bonino sui diritti umani in Cina.

Punzi, mi sono permesso a rivelare quanto precede e tu rispondi dicendo che ho detto cazzate e che offendo gratuitamente. Brutta bestia, l'arroganza. Ma preferisco non rispondere a provocazioni villane.

ds

monarchico said...
This comment has been removed by a blog administrator.
monarchico said...

anch'io ho scritto un post in merito nel mio blog .

Visto tutti i precedenti, la domanda da chiederci è questa :
La privacy vale solo per i politici?

saluti

Anonymous said...

i tamponi sono stati messi tutti nella stesso contenitore, sarebbe stato impossibile risalire a chi
fosse risultato positivo al test
cosi' almeno dicono le jene
ma insomma, il problema è un'altro:
si puo' andare strafatti a legiferare?
si puo' decidere le sorti di milioni di italiani fatti de coca?

Anonymous said...

Hai ragione: qui il punto è la difesa della categoria dei deputati in quanto tale. Sapessi come si fanno i trackback ne farei uno. Non sapendolo, ti dico qui che ho commentato la cosa da me.