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Tuesday, October 03, 2006

Una Finanziaria da rifare, quasi tutto sbagliato

Mentre il ministro Padoa Schioppa sta in modo patetico illustrando alla Camera i magnifici vantaggi di questa Finanziaria, gli esperti di Lavoce.info, che non possono certo essere avvicinati al centrodestra, la bocciano senz'appello.

Leggete cosa scrivono nel sommario: «La Finanziaria varata dal governo ci permetterà di rispettare gli impegni presi con l'Europa. Ma dato il miglioramento dei conti pubblici (il fabbisogno nei primi 9 mesi dell'anno è migliorato di quasi due punti di Pil rispetto al 2005), la vera sfida era quella sulla qualità dell'aggiustamento. Ed è quasi tutto dal lato sbagliato: più entrate anziché meno spese, con un probabile incremento della pressione fiscale di un punto di pil. Inquietante l'operazione sul Tfr, un modo di fare cassa ai danni dei lavoratori più giovani. La riforma dell'Irpef corregge alcuni errori del sistema disegnato da Tremonti, ma riduce pochissimo le disuguaglianze, mentre si perde l'occasione per rivedere le politiche di sostegno alle famiglie...»

Le analisi: Un rientro dal lato sbagliato, di Tito Boeri e Pietro Garibaldi; Il nuovo Tfr: Trasferimento Forzoso di Risparmio, di Agar Brugiavini; Tra razionalizzazioni e occasioni mancate, di Massimo Baldini e Paolo Bosi.

8 comments:

Anonymous said...

Il muro contro muro porterà prodi a chiedere la fiducia. il confronto in parlamento con alcune concessioni servirà a prodi per mantenersi al potere. la auspicata sfiducia dei radicali per una manovra non accettabile e pericolosa che ci spedirà ancora più giù come competitività del paese sarebbe politicamente significativa, ma numericamente inefficace perchè al senato non ci sono radicali, come noto. il cdx sa bene che questa finanziaria passerà pressocchè indenne e che prodi non cadrà adesso (e può pure fargli comodo un parziale riordino dei conti pubblici e che il lavoro sporco lo faccia il csx). l'unica chance sarebbe puntare tutto su quell'accozzaglia di intrallazzi ed interessi inconfessabili del reassemblement post-neo-democristiano. in ogni caso, tra cialtronismi di destra di centro e di sinistra mi pare che il destino del paese sia segnato: declino, declino, declino.

Anonymous said...

complimenti alla voce.info, davvero indipendenti, proprio come Scalfari :-)

Anonymous said...

ehm...e i 10 milioni l'anno a radio radicale, nonostante l'esistenza di radio parlamento?

Anonymous said...

Watchdogs... una osservazione più vecchia di questa!
Ma ti rendi conto dell'enorme quantità di info, dibattiti, convegni, ecc che ti offre RR rispetto al semplice servizio della Rai che ti costa, ci costa, ben 10 volte di più?
Non lo sai che per le sole dirette la Rai prende 10 volte quello che prende RR?
Mai sentito parlare di mercato e concorrenza? E di sussidiarietà?

Anonymous said...

Finanziaria. Capezzone: importantissima disponibilità di Bondi. Lavorerò perché Unione non lasci cadere opportunità

Roma, 3 ottobre 2006

La disponibilità di Sandro Bondi mi pare un fatto importantissimo. Lavorerò affinche' il centrosinistra non lasci cadere questa opportunità. Farlo sarebbe un grave errore.
Occorre promuovere un lavoro tra i liberali dei due schieramenti per un ripensamento della manovra, spostando il baricentro dalle tasse alle riforme di struttura.

mmmmmmmmmmmmmmh, se non è un trappolone di Berlusconi, se non è un sarchiapone scivoloso, chissà che non sia una campagna acquisti "nobilitata" e ad personam...
Quelli di "comunicazione" se ne intendono

Anonymous said...

"La Finanziaria appena approvata dal Consiglio dei ministri (...) forse non riuscirà alla fine a portare a termine tutte le sue minacce ma, anche se corretta, rappresenterà comunque un grave attentato alle possibilità di crescita della nostra economia, che verranno drasticamente compromesse, ai nostri risparmi, che verranno duramente penalizzati, ed alle nostre libertà, che verranno ulteriormente compresse."
Antonio Martino

Guarda, guarda, il Prof. si è risvegliato... Meglio tardi che mai.

Anonymous said...

...la Finanziaria 2007 realizza in un sol colpo il maggior reperimento di risorse dall'economia nazionale che si sia mai visto in Italia dall'avvento del centrosinistra organico di Nenni e Fanfani, 24 anni fa. Il tutto per finanziare nuovi strumenti pubblici, contrattati col sindacato, amministrati centralmente e secondo discrezionalità politica. È quello, il significato politico prevalente della Finanziaria...
Oscar Giannino, Libero di oggi

Anonymous said...

E' coerente, per Capezzone e co., restare in una maggioranza di sinistra arcaica (con qualche appendice riformista) che non condivide nulla di quanto segue?
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La diffusione delle idee liberali è coincisa col punto più alto mai raggiunto dalla civiltà occidentale: il libero scambio ha abbattuto le barriere della povertà e sconfitto i fantasmi della guerra. La tutela dei diritti di proprietà ha reso ciascuno sicuro nei propri possessi e libero dall’influenza pervasiva dei governi. La concorrenza ha stimolato un progresso senza precedenti. La tolleranza ha disinnescato i germi del conflitto sociale.
Il liberalismo è davvero “umanesimo”, come ha scritto Pascal Salin, perché pone in essere una società nella quale la vita, la proprietà, e la libertà di ogni singolo individuo sono tutelate, protette, rendendo possibile vivere l’esperienza umana nella sua pienezza.
Il secolo di sangue, il Novecento, non deve farci dimenticare questa eredità, né deve indurci a dubitare della sua attualità.
La tradizione liberale è uno straordinario regalo che l’Europa ha fatto al mondo intero. Non si tratta di un pensiero solo ed esclusivamente “anglosassone”, se pure in quel mondo ha trovato campioni del calibro di John Locke, Adam Smith, Herbert Spencer ed i “padri fondatori” americani. Esso affonda le sue radici nella Francia del diciannovesimo secolo, che ha dato al mondo gli scritti di Frédéric Bastiat, Benjamin Constant, Gustave de Molinari, Jean-Baptiste Say. Essa abbraccia il pensiero di autori tedeschi quali Wilhelm von Humboldt, ma anche Goethe e Schiller. Essa si arricchisce di un nuovo rigore scientifico grazie alla scuola austriaca dell'economia - che ha prodotto giganti quali Carl Menger, Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek e Murray N. Rothbard.
Ma la filosofia della libertà, seppure in Italia non ha mai trovato espressione politica, ha avuto importanti punti di riferimento nel nostro Paese: Antonio Rosmini, Francesco Ferrara, Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca e, più di recente, Bruno Leoni. Difensore adamantino delle ragioni della libertà e della proprietà, il pensiero di Leoni – scevro da ogni ansia di compromesso, libero anche dalle facili tentazioni del pragmatismo a tutti i costi – è la bussola che guida l’Istituto che porta il suo nome.
In sintesi, il liberalismo è una filosofia che ha a cuore la dignità di ogni singolo individuo. Esso mira a una società nella quale la proprietà privata assicuri la libertà della persona, impedendo ogni intrusione del Potere nelle scelte e nelle decisioni di ciascuno.
La società libera è una società basata sull’impresa. Sulla libertà di innovazione e rischio. E’ una società nella quale un sistema monetario rigoroso concede a chi lo desidera la possibilità di prestare, chiedere a prestito, risparmiare e investire denaro senza paura.
Una società libera non punisce il successo con imposte predatorie né si presta al gioco di favorire alcune imprese a spese di altre. I più poveri non sono dimenticati nella società libera, che dispensa opportunità e nella quale la carità e la benevolenza private sono incentivate e apprezzate – anziché venire ridotte a riottose ancelle di uno Stato sociale che sulla deresponsabilizzazione degli individui e delle famiglie basa la propria fortuna.
Una società libera non impone in punta di spada credenze e filosofie, ma spalanca le porte alla libera ricerca della verità.
Una società libera non coltiva l’ambizione di raddrizzare il legno storto dell’umanità, ma esalta la formidabile forza dell’imperfezione umana, cui nessuna impresa è negata.
La società libera è un ideale nobile e generoso – ma avvicinarsi a quell’obiettivo, come sempre, sta alla buona volontà degli uomini che sanno farsene carico.