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Friday, October 13, 2006

(D)Istruzione

Oggi su il Riformista replica un po' duretta a una lettera "sindacalese" di due giorni fa:

Caro direttore, chissà se «con grande sorpresa» l'insegnante Giuseppe Benedetti apprenderà, dal rapporto Ocse "Education at a glance 2006", che in Italia la spesa annuale per studente, dalle elementari all'università, è fra le più alte dei paesi industrializzati (circa 8mila dollari). Considerando i 13 anni dalle elementari alle superiori, ogni alunno costa allo Stato 100mila dollari (la media Ocse è pari a 77mila). Dove finiscono tutti questi soldi? Immaginiamo cosa significherebbe mettere solo la metà di quel denaro in mano alle famiglie: gli istituti, almeno in parte, nel contendersi quelle risorse, dovrebbero fare affidamento sulla propria qualità, non solo sull'assegno statale erogato "a pioggia". La spesa per il personale incide per l'84,8% nelle scuole primarie e secondarie, e per il 60,2% nelle università. Ecco perché i genitori sono costretti ad acquistare ogni anno cancellini, gessetti, carta igienica e sapone. Eppure, certo, lo stipendio degli insegnati rimane basso. Perché vi ostinate, caro Benedetti, a tenervi migliaia di parassiti, fannulloni e incompetenti, e a rifiutare ogni valutazione di produttività? In Italia, rispetto agli altri paesi Ocse, ci sono più classi e più insegnanti: 10,7 alunni per insegnante nelle scuole primarie (16,9 è la media Ocse); 11 alunni per insegnante nelle secondarie (13,3 è la media Ocse). Per lavorare tutti, guadagnate meno. E allora, mi consenta, ben vi sta.

3 comments:

Anonymous said...

ma allora sono meglio le scuole coraniche...almeno lì il testo da studiare è sempre quello e non si devono spendere soldi e soldi inutilmente.

rifondare l'istruzione italiana...cui prodest???

quanto all'istruzione, non si rilevano né un adeguato intervento a beneficio del risanamento dei conti pubblici né a beneficio degli investimenti per lo sviluppo. ma è chiaro...scuola, università e ricerca sono utilizzati alla stregua di parcheggio e...per garantire un posto sicuro a figli e figliastri di non provate nobili origini...ma è così, è meglio accontentare i precari di professione ( in esubero????? ) piuttosto che riconsiderare il pianeta istruzione come un fattore...no strategico, di più...per garantire un adeguato sviluppo civile, culturale ed economico delle nuove generazioni ed in fondo in fondo, di tutto il paese.

ma il governo se ne fotte...e preferisce gettare fumo negli occhi grazie alla nuova finanziaria, l'ultima alchimia utilizzata per l’assunzione a tempo indeterminato, per il triennio 2007-2009, di 150mila unità per il personale docente.

fumo negli occhi ed abigeato scolastico.

vorrò vedere il governo prodi(torio), quando messo di fronte alla realtà ovvero, all'assunzione dei precari di prima...sarà costretto ad inventarsi conti su conti per garantire la concreta fattibilità di queste regalie assuntive, salvo dimenticare la verifica annuale della disponibilità di risorse con il ministero delle finanze...

ne vedremo delle belle.


ciao.


io ero tzunami...

Anonymous said...

Bene. Finalmente conosco il dato: ogni studente costa allo Stato, 100mila euro. Questo è il costo dell'istruzione pubblica. Il confronto tra chi sostiene la necessità economica della scuola pubblica (che sarebbe "gratuita") rispetto ad un sistema completamente privatizzato è il seguente: spenderesti meno di 100euro per garantire a tuo figlio 13 anni di istruzione? Io, penso di si. Il risparmio generale sarebbe immenso. Tutti soldi che rimarrebbero nelle tasche degli studenti-consumatori e delle rispettive famiglie.
Certi, si tratta di una media e di un discorso non scientifico al 100%, ma il confronto può essere efficace.

Anonymous said...

Il non piccolo problema è che oggigiorno se scegli una privata non è che i 100.000 euro ti vengano restituiti. Anzi, ne vengon dati altri, alle private.
V'è poi un'altra cosa: la cultura del genitore. Sicuramente uno con la mente aperta userebbe quei 100.000 per l'istruzione del figlio, ma i genitori con la testa di portone? Non è che magari li intascherebbero e tanti saluti all'istruzione dei ragazzi?
Insomma, non possiamo trovare un compromesso? Mantenere pubblica l'istruzione, per evitare quanto ho appena esposto, ma gestirla con spirito privatistico ovvero mirando all'istruzione di qualità e non al parcheggio del precariato?