Sei anni fa, la mattina del 16 ottobre 2000, Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale ma per scelta non iscritto all'Ordine, veniva trovato morto al ciglio di una strada, nei pressi di Tiblisi, in Georgia, dove si trovava per raccogliere documenti sulle atrocità commesse dai russi nella guerra russo-cecena. Antonio aveva la cassa toracica fracassata. Dal suo appartamento sparirono telefono e computer portatile. Il giornalista vi aveva raccolto diverso materiale sui metodi dell'esercito russo, compreso l'uso di armi chimiche, ed era sul punto di rientrare a Roma, ma i suoi assassini lo hanno trovato prima.
Celebri i reportage di Antonio dal Kosovo. Fu l'ultimo giornalista italiano a lasciare Pristina e lo fece insieme ai kosovari.
Sull'omicidio di Antonio Russo non è ancora stata fatta alcuna chiarezza, i responsabili sono ignoti. Un altro italiano, il radicale Andrea Tamburi, è stato ucciso a Mosca dodici anni fa, nel 1994. Omicidio anch'esso rimasto avvolto nel mistero. Solo pochi giorni fa, l'uccisione di un'altra giornalista scomoda, Anna Politkovskaja. Anche lei si era occupata delle atrocità commesse dall'esercito russo in Cecenia.
L'approfondimento su RadioRadicale.it
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