Lo dicevo qualche tempo fa, che Pacs, matrimoni gay et similia rappresentano in fondo il trionfo dei valori tradizionali e una rivincita per la famiglia. In uno studio pubblicato in Gran Bretagna sul Journal of Epidemiology and Community Health il professor Michael King, della University College Medical School, sostiene infatti che «il riconoscimento sociale dei matrimoni tra persone dello stesso sesso aiuta ad abbattere i pregiudizi e a migliorare la stabilità delle coppie, nonché a ridurre l'esclusione sociale spesso inflitta a gay e lesbiche».
Senza voler apparire indelicati, si può affermare che anche i gay crescono, si fanno adulti, mettono la testa a posto e reclamano una stabilità di coppia sancita da autorità pubbliche. Sgombrando il campo da ogni equivoco, ciò che voglio dire è che si emancipano da quella condizione di eterni minori sentimentalmente cui la società li ha ritratti, e quindi relegati. C'è, in questa fase, un qualcosa dell'adolescente che abbandona il ribellismo contro i valori tradizionali, per aderirvi allo stesso tempo rinnovandoli.
I conservatori dovrebbero liberarsi dell'ossessione del "diverso" e rallegrarsi di questo desiderio sempre più vivo negli omosessuali di aderire ai valori tradizionali piuttosto che combatterli. Il matrimonio, sia etero che omosessuale, è conservatore per definizione. Dato che i rapporti gay esisteranno sempre, a quale funzione sociale pensa il legislatore che decida di mantenere queste relazioni nell'insicurezza, senza sbocchi, prive di un progetto comune?
UPDATE: a conferma di quanto sostenevo, Imma Battaglia, in nome del «cambiamento culturale» lancia una «sfida» anche a Berlusconi: «Se lui fosse pronto a incontrarci... Quando chiediamo di veder riconosciute le nostre unioni familiari, anche noi collaboriamo alla ricostruzione di valori morali: siamo tutti figli». Per non parlare di Andrew Sullivan.
9 comments:
Come si fa ad aderire ai valori tradizionali quando la base da cui si parte e' totalmente fuori da essi ?
Post perfetto! (malvino)
Giusto. Anzi,io in uno dei primi numero della Newsletter del Salon Voltaire (mi pare nel 2004) avevo affettuosamente ironizzato sgarbianamente - sai come sono: ormai mi avrai imparato a conoscere...- addirittura lamentando paradossalmente: dove sono i vecchi alternativi del Fuori
(che tu chiami giustamente eterni adolescenti)? Ora sono diventati i più strenui difensori della famiglia. Gli unici, in fondo, a difenderla e a desiderarla così tanto.... Volevo dare una botta di ironia a tutti, certo, come faccio sempre, ma anche far capire a certa gente retriva (che non ci ha mai spiegato *come* pacs e gay danneggerebbero la famiglia), che anzi è lì che oggi ci sono i suoi principali propagandisti. La vita è un paradosso. E a me piace solo per questo...
Il legislatore ha chiare le motivazioni delle coppie etero e omo che spingono per ottenere garanzie giuridiche.
Ha però capito che occorre salvaguardare i veri deboli di questa faccenda, che non sono le coppie di fatto, ma le future generazioni, i figli di domani. Infatti, il riconoscimento delle coppie di fatto è semplicemente l'anticamera delle adozioni. Detto per inciso, non sono tanto i maschi quanto le donne gay a premere su questo punto. Tornando a bomba, i figli di domani rischiano di trovarsi in un mondo con due padri o due madri, con danni psicologici evidenti a chiunque sia dotato di buon senso. Altro che 'trionfo dei valori tradizionali'!
Ti risulta che i figli di coppie "normali" siano indenni da questi "evidenti danni psicologici", Mike? (malvino)
caro punzi, ho una curiosità ma tu ad una gay, spontaneamente dico, la parola gliela hai rivolta mai? Così dico...per fare amicizia, mica per farne oggetto di un post.
Perchè, secondo me, il matrimonio serve ai gay non tanto perchè loro si sono fatti "grandi" come dici tu, oppure perchè hanno voglia di stabilità ecc. (o comunque non solo); no, serve loro per poter avvicinare il 100% delle persone, finalmente!, e quindi anche coloro che hanno bisogno di essere rassicurati da una sanzione giuridica o sociale per accettare un invito a cena.
http://lafuitina.blogspot.com/
Il che mi pare non abbia alcunché di malvagio. A meno che uno abbia paura di poter così cedere e accettare l'invito a cena di un subdolo ricchione o che così raddoppino le possibilità d'essere cornuto perché la fidanzata possa accettare l'invito a cena di una subdola lesbica. Siamo sempre lì: il divorzio fa paura a chi teme che "la moglie scapperà via con la cameriera" [A. Fanfani, 1974]; e i Pacs fanno paura a chi concepisce la coppia (propria e altrui) come destino sado-maso.
Malvino
Bellissimo il post (!), chiarificatori i commenti. E' proprio dalle parole come quelle di mike e del titolare del blog lafuitina che si capisce la vera battaglia culturale che a noi gay tocca portare faticosamente avanti...
A.
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