Pagine

Friday, February 17, 2006

La scuola e la rosa

Nel rassicurare Malvino che non ho subìto nessun trauma da ragazzo ;-) ma cerco solo di fare tesoro delle mie esperienze e delle mie conoscenze, segnalo, e scusate se insisto, la mia lettera su il Riformista di oggi.

Caro direttore, pur aderendo all'agenda liberalizzatrice di Giavazzi, la Rosa nel Pugno si attarda con un'arretrata «difesa» della scuola pubblica. Inspiegabile per chi si è scelto Blair come modello: traducendo il suo «Education!» in «Scuola pubblica!», Boselli lo "tradisce". Blair sa che l'interesse pubblico non sta nel mezzo, la scuola statale, ma nel bene, l'istruzione. E ciò che conta non è la proprietà, pubblica o privata, dell'ente che lo fornisce. Occorre ricordare a chi è artefice del modello Radio Radicale che la dicotomia pubblico/privato nei servizi è superata? Non si tratta più di capire come far entrare i soldi pubblici nelle scuole private, ma come far entrare i soldi privati in quelle pubbliche. Dicono bene Della Vedova e Palma: «Il monopolio pubblico e i finanziamenti ai privati sono due facce della stessa medaglia: sono distorsioni indissolubilmente intrecciate e dipendenti dall'orientamento anti-mercato delle politiche sulla scuola». Il no al finanziamento delle scuole private non deve coniugarsi a una mera «difesa» della scuola pubblica, ma a un'idea di riforma complessiva e blairiana dell'istruzione, che introduca gli irrinunciabili principi di meritocrazia (una «performance related pay» per i docenti) e concorrenza (competizione tra istituti per finanziamenti misti statali/privati). Lo Stato da gestore diventa controllore di standard minimi nazionali. Certo, in Gran Bretagna lo Stato non finanzia la Chiesa, l'ora di religione è "multifaith", e sui docenti non c'è placet vescovile.

1 comment:

salvio said...

eccellente, come sempre! e d'accordo, come al solito.