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Tuesday, February 07, 2006

Dio me l'ha data, la vita, ma guai a chi me la tocca

«La vita è un bene indisponibile: l'uomo non è il padrone, ne è piuttosto il custode e l'amministratore». Parole del Papa Benedetto XVI, incontrando il Movimento per la vita. Che pensavate voi, di esser «padroni» di voi stessi? Di potervi autodeterminare, esercitando il libero arbitrio? Ricordatevi, siete solo «amministratori» di un qualcosa che non v'appartiene.

Quanto di nichilistico in quest'affermazione, un intrinseco invito a sentirsi deresponsabilizzati. Pensate, mi potrà capire forse meglio chi si professa liberista, alla differenza che passa tra il senso di responsabilità dell'ammnistratore nel gestire i soldi pubblici e quello dell'imprenditore nel rischiare i suoi. E ora, provate a immaginare se della propria vita si sia più responsabili pensando di esserne «padroni» o solo «amministratori». L'etica della Riforma, e non quella cattolica, continua a essere quella che meglio si addice al binomio libertà-responsabilità. «... due mentalità si oppongono in maniera inconciliabile: l'una ritiene che la vita umana sia nelle mani dell'uomo, l'altra riconosce che essa è nelle mani di Dio».

«Il rispetto pieno della vita è legato al senso religioso... e quindi di "riconoscere" la dignità della vita sono capaci tutti i credenti, a qualunque religione appartengano». Proprio tutti, secondo Ratzinger, dai cristiani agli ebrei, fino ai musulmani, ma i non credenti no, quelli no, la dignità della vita non sanno cosa sia, sono cittadini di serie B. Diffidate.

2 comments:

Anonymous said...

francamente non riesco a concordare con Ratzino la vita è mia e la gestico io, ho meno non solo la vita è mia, ma io stesso sono la vita, trovo che sia sbagliato scindere il concetto di vita da quello stesso di io. quindi io rivendico non solo la liberta di essere e quindi di vivere, ma anche quella di non esistere e quindi anche di morire quando mi pare quindi anche si all'eutanasia quando una persona non ho più la liberta di decidere autonomanente dinon essere più

Anonymous said...

Nell'affermazione in questione non c'è assolutamente nulla di nichilistico, e per giunta chi la condivide non è affatto un irresponsabile (oppure: non è affatto deresponsabilizzato da quella affermazione). 1. Quell'affermazione non è stata fatta da Ratzinger per primo, coe sai, e quando è stata fatta del nichilismo non esisteva nemmeno la parola.
2. Se il Padreterno ti affida una cosa, non è come sete l'affidasse un Tizio qualunque: ci si può ben sentire assolutamente responsabili, si può anzi fondare su di essa il concetto stesso di responsabilità.
(Poi si può non essere d'accordo, ma questa è un'altra faccenda)
Ciao,

azioneparallela