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Tuesday, February 07, 2006

Nuovi compromessi storici crescono

Oggi su il Riformista:
Caro direttore, come si usa dire, in bocca al lupo per la sua nuova avventura. Per le culture «compresenti» la Margherita nacque «embrione del partito democratico», ma per alcune recenti posizioni si è appiattita su quella ex democristiana. La troppo automatica sintonia con la Curia è d'ostacolo al partito democratico. Mi auguro, mi aspetto anzi, che il suo contributo sia nella giusta direzione. Mi pare che con Salvati, De Giovanni, Debenedetti, concordiate su un punto: che «il terreno comune dell'incontro» non può che essere la cultura liberale; che però Margherita e Ds «non hanno ancora compiuto la loro infusione» liberale. Rimane da capire se questa sia favorita dagli attuali «contenitori» o, appunto, dal nuovo. Incombe il precedente del "compromesso storico". Anche oggi gli ex comunisti si mettono facilmente d'accordo con i loro concorrenti della ex sinistra democristiana quando si tratta di «avvilire» il pensiero laico e liberale. Lo vide Benedetto Croce, fin dal 1949: «Il fatto nuovo è la situazione politica formatasi in Italia, che ha permesso ai clericali d'impadronirsi di gran parte della vita pubblica e tra l'altro del governo della scuola (...) Né c'è da contare sull'opposta parte che si dice comunistica (...) perché essa si è messa sempre d'accordo coi suoi concorrenti, quando si trattava di avvilire il pensiero laico italiano, e non aspira ad altro che a collaborare con essi a questo intento». Oggi una forza politica liberalsocialista c'è. Spetta a ex comunisti ed ex democristiani far finalmente cadere la "conventio ad excludendum".

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