A farci aprire gli occhi è, anche stavolta, è Francesco Giavazzi, dal Corriere della Sera, sui 5 anni di un governo che si era presentato come liberale, ma che ha governato come uno dei più sprovveduti governi socialdemocratici.
Nel 2001, l'economia italiana viaggiava e i conti pubblici erano discreti, tanto da far ritenere a Berlusconi e a Tremonti «che la crescita continuasse, consentendo di tagliare le tasse, aumentare la spesa sociale e finanziare le opere pubbliche senza intaccare gli equilibri di bilancio». Ma fu così solo sino all'11 settembre 2001. A quel punto, il «primo errore» del governo: «anziché ridurre subito le tasse... Berlusconi si occupò solo di come fermare i suoi processi; Tremonti perse l'estate in una futile polemica con il suo predecessore», mentre negli stessi mesi Bush «condusse in porto la più grande riduzione delle tasse della storia degli Stati Uniti».
Dopo l'11 settembre Berlusconi commise il «secondo errore». «Aveva di fronte a sé due strade: sfidare Bruxelles e procedere comunque con la riduzione delle tasse, contando, come Ronald Reagan, che il taglio fiscale avrebbe stimolato la crescita e quindi si sarebbe ripagato da solo. Oppure cambiare strategia e puntare su privatizzazioni e liberalizzazioni, misure che non costano nulla ma che avrebbero anch'esse — a mio parere ancor più che il taglio delle tasse — stimolato la crescita».
Oltre a non scegliere né una strada né l'altra, entrambe liberali, «lasciò che la spesa corrente delle amministrazioni pubbliche corresse: in tre anni, nonostante i decreti taglia-spese e i poteri speciali attribuiti al Ragioniere generale dello Stato, i consumi pubblici crebbero di 2 punti rispetto al pil, gli stipendi dei dipendenti di mezzo punto».
E oggi? Oggi «quel 6% di avanzo nei conti pubblici nel frattempo ce lo siamo mangiati». Con quei soldi potevano essere finanziati un cospicuo taglio delle aliquote fiscali, o l'innovazione e la ricerca scientifica. E invece sono andati persi in burocrazia.
2 comments:
E quindi: meglio un governo social-comunista?
Già, tu e il sempre bravo Giavazzi avete regione. Ma le linee riformatrici percorse poco o punto da Berlusconi verranno meglio interpretate da chi si candida a sostituirlo? Non lo so, può darsi che l'Italia si confermi "singolare" anche in questo, ma non mi risulta che le sinistre si siano mai convertite al "mercatismo" senza prima essere messe con le spalle al muro dal liberismo dei conservatori. Tutto può darsi. Il programma dell'Unione ti sembra confortante, in tal senso?
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