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Sunday, February 12, 2006

Navigano a vista

Boselli e Pannella con il simbolo della Rosa nel PugnoLa Rosa nel Pugno, i suoi vertici, stanno navigando a vista questa delicata fase, in affannosa attesa del fatidico 24 febbraio, la pura formalità, e incuranti che in campagna elettorale l'essenziale è prendere voti. Ma soprattutto, la grave incongruenza della conferenza stampa di ieri è che non si può da un lato fare un discorso di merito e dall'altro dire «firmeremo qualsiasi cosa». O si ha la forza, che a quanto pare non c'è, di porre un paio di questioni di programma come condizioni irrinunciabili per la partecipazione della Rosa all'Unione, oppure quel programma lo si delegittima a priori, e non si fa neanche finta di volerlo migliorare, sostenendo ciò che tra l'altro autorevoli editorialisti certo non berlusconiani sostengono, e cioè che si tratti di «programmismo», di un programma ambiguo e fumoso dove c'è di tutto e di più, e dove per accontentare tutti si è finito con lo scriverci nulla. Quattro-cinque punti chiari (in questo almeno come fece Berlusconi), le priorità dei 100 giorni, verificabili dagli elettori, si erano sforzati di suggerire il Corriere e il Riformista. Così Giavazzi espose i suoi cinque punti, ma, tranne la Rosa nel Pugno, caddero nel vuoto e nell'indifferenza.

Se quelle 274 pagine servono in realtà a ritrovarsi oggi con Prodi, per battere Berlusconi, ma con il retropensiero che tanto domani ciascuno per sé e le divisioni di sempre su tutto, bastava dirlo, neanche partecipare, e presentarsi il 24 febbraio davanti al notaio. L'avrei voluto vedere, a quel punto, il signor Prodi rifiutare l'apparentamento a radicali e socialisti. L'Unione non è una coalizione politica, ma è un accordo elettorale de facto. I più ipocriti si sono impegnati in modo solenne su un programma fantoccio, la Rosa nel Pugno avrebbe dovuto denunciare lo scherzo invece che fingere di portare i suoi contributi, per altro sdegnosamente non richiesti.

Non solo navigano a vista, dicevo, ma ciascuno nella sua caravella. Se Pannella ha appena concluso una delle sue battaglie per la legalità, Boselli si attacca a una difesa davvero imbarazzante della scuola pubblica, la Bonino gli va appresso, e tutti quanti ci si vede con associazioni gay e lesbiche, rappresentativi di chi e quanti non è dato sapere. Quanti voti porta, insomma, concentrare la campagna elettorale su pacs e difesa di questa scuola pubblica.

Certo, il tema delle coppie di fatto riguarda centinaia di migliaia di persone, ma sarà il singolo issue su cui queste stesse persone, pure interessate, effettueranno la loro scelta di voto? O forse saranno più preoccupate dell'economia, più sensibili alla lotta ai privilegi e allo spreco, 8 per mille compreso? E la scuola? Trovatemi un genitore, che non sia insegnante, disposto a difendere la scuola pubblica.

La pagina 11 del Corriere della Sera di oggi rispecchia più o meno quali e quante avrebbero potuto, e dovuto essere le critiche al programma dell'Unione: Panebianco, Galli Della Loggia, Giavazzi, Ichino, Di Vico e Romano. Non ti puoi lamentare che la stampa ti ignora se neanche una delle obiezioni sollevate dai sei editorialisti del Corriere compare tra quelle invocate dalla Bonino e da Boselli per lo «strappo». Al di là del merito, i due punti su cui si è consumato, i pacs e i finanziamenti alla scuola privata, hanno danneggiato la credibilità della Rosa nel Pugno e sono stati interpretati come impuntature senza conseguenze.

9 comments:

Jinzo said...

Vedo che non sono solo io a sostenerlo.
Mi viene in mente l'affermazione di Diliberto: "i radicali non c'entrano nulla con la sinistra".

Ce ne eravamo già accorti, leggendo la frase di Ronald Reagan alla destra del tuo blog.
Non posso che invitarti alla seconda assemblea nazionale dei salmoni il 18-19 all'Ergife.

La Bonino comunque, è uscita di senno con questa pagliacciata della scuola pubblica.

Ho notato con piacere che la posizione dei salmoni è ben diversa da quella dein neo-socialisti della RnP.
Sono sempre più convinto della mia tesi: i radicali sono morti ed i Riformatori Liberali ne stanno raccogliendo le ceneri.
La RnP, ormai, è un partito di "liberal". Peccato che, a quanto sembra, la sinistra più anti-occidentale ed anticapitalista dell'Occidente intero, cioè quella italiana, non ritiene i "liberal" abbastanza di sinistra.

Ciao Jim!

JimMomo said...

Ore 16,47
http://www.radicali.it/view.php?id=52474

;-))

Anonymous said...

non capisco più l'italiano (cosa molto probabile di questi tempi) o questo post è in contraddizione con quello di ieri intilato " Una pura formalità" ?

Jinzo said...

La posizione di Capezzone mi ha risollevato.
Matemo che saranno solo parole.
Speriamo bene per tutti noi.

Anonymous said...

Io sono mi sento mica troppo sollevato ...

"E' necessario e urgente ... dare una risposta chiara alla proposta di reddito minimo garantito rilanciata da Tito Boeri"

Non avevo capito male quindi... :|

Alessio - Imola

Anonymous said...

Purtroppo hanno navigato a vista anche i RadicalSocialisti e ne scriverò sul blog al più presto!
Inoz
http://inoz.ilcannocchiale.it

JimMomo said...

Vedo molta ideologia e pressappochismo. Il reddito minimo garantito non è un vitalizio o una pensione sociale. Boeri propone di sostituire la cassa d'integrazione - quel vero disastro che tiene in piedi con i soldi pubblici industrie decotte e impedisce a lavoratori che non verranno mai riassorbiti di riqualificarsi e ritrovarsi un altro lavoro - con un sussidio di disoccupazione che hanno tutti i paesi civili d'Europa.

Qualcosa di limitato nel tempo e legato strettamente alla riqualificazione e alla ricerca di un nuovo lavoro. Solo con tale "ammortizzatore" sociale si può pensare alla flessibilità del mercato del lavoro in uscita, una "libertà di licenziare" come in Danimarca, come propone Giavazzi.

Informatevi prima di blaterare pappe ideologiche.

Anonymous said...

io sinceramente non capisco cosa ci sia di diverso tra il sostegno al reddito ed la sua integrazione al capitale. Un diverso giudizio "etico"? Bene, non lo condivido.

Questo senza volere nemmeno dire:
A) non si tratta di un sussidio di disoccupazione ma di un reddito di cittadinanza, cosa assai diversa;
B) si rischia fortemente di innalzare la soglia a partire dalla quale "conviene lavorare" (cosa che avviene dove forme di sussidio sono socialmente accettate, ad esempio in Germania, persino dopo Hartz IV).

Non sono ideoligizzato, ma di sussidi si discuta quando il mercato del lavoro sarà liberalizzato sul serio, e non mettendosi in coda alla denuncia della precarietà che già oggi lo dominerebbe, secondo la vulgata unionista.

Alessio - Imola, lavoratore considerato precario.

Anonymous said...

dimenticavo, altra cosa: la posizione della RnP sui finanziamenti alla Scuola Pubblica la trovo corretta se il fine è quello di rispettare il dettato costituzionale.
Continuo però a preferire l'introduzione del "buono" per il finanziamento di tutti i "beni pubblici", anche se questo comportasse la necessità di emendare l'art. 33.

Per finire, pur apprezzando che la Bonino in conferenza stampa abbia fatto suo (o confermato di avere praticato, fate voi) il "gradualismo", lo stesso principio che si applica alla scuola dovrebbe valere pure per Asili e Uni.

Alessio - Imola