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Monday, February 13, 2006

Non lascerò morire la libertà. E voi?

«Non tutto è perso in Europa», scrive Emanuele Ottolenghi su National Review. C'è una «maggioranza silenziosa» pronta a essere risvegliata, un movimento d'opinione possibile per la difesa della libertà d'espressione. Certo, la totale assenza di risposta dell'Europa alle violenze provocate dagli integralisti per la pubblicazione delle vignette danesi su Maometto (il commissario Frattini ha addirittura proposto un codice di "autocensura" per i media) induce a ritenere che lo spirito di Monaco, che nel 1938 significò la catastrofe per l'Europa, sia ancora «vivo e vegeto». A giudicare dalle reazioni si direbbe che la violenza, islamica, paga.

Forse tra i governi, ma non nell'opinione pubblica, insoddisfatta per la debolezza dimostrata dalla classe politica di fronte all'intimidazione islamista. Un recente sondaggio sulla minaccia nucleare iraniana rivela che ampie maggioranze di cittadini britannici, francesi, tedeschi e austriaci sono «preoccupati». Ma la sorpresa è che coloro che si dichiarano favorevoli a operazioni militari mirate sono più di quelli che le escludono in ogni caso.
«... there is a European constituency for a blunter, more self-assured foreign policy that believes in Western values and refuses to cave in to pressure and blackmail; and there is an awareness (...) that some of the threats that come from the East are real, not the sinister concoctions of the "neo-cons"».
«L'apatia è il marchio della maggioranza silenziosa europea». Intimidita dai fanatici islamici, scoraggiata dai propri politici, che preferiscono «arruffianarsi» l'islam radicale piuttosto che difendere i propri principi, «non sorprende che i suoi punti di vista rimangano inespressi». La sola voce nelle piazze è quella dei fanatici islamici. Occupano il sistema mediatico e il dibattito pubblico con i loro messaggi di «odio e intolleranza». Coloro cui sta a cuore esprimere apertamente lo sdegno europeo in difesa dei valori occidentali e della libertà vengono di solito definiti «fascisti» o «estremisti», spesso senza distinguerli dagli islamisti.

Eppure, «sarebbe folle supporre che non ci sia spazio per movimenti e partiti politici che possano preservare la libertà e tener testa agli islamisti». I sondaggi mostrano che l'opinione pubblica europea non è così insensibile alle reali intenzioni degli islamisti. Il fatto che l'azione militare contro i siti nucleari iraniani venga presa in considerazione se gli altri tentativi non funzionano, prova che «anche gli europei, se messi di fronte a un muro, si svegliano a affrontano la realtà». Ciò di cui c'è bisogno ora è sostenere con buoni argomenti che esiste una «vera alternativa democratica» alle visioni correnti. «Là fuori ce n'è di gente che sosterrebbe questo messaggio, sta solo aspettando una sveglia. Una volta indicata la via, reclamerà gli spazi pubblici. Perché ciò accada, occorre che uomini e donne di buona volontà si alzino in piedi e dicano forte e con orgoglio: "Non lasceremo morire la libertà"».

5 comments:

Anonymous said...

Devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito da una discussione con alcuni colleghi di lavoro, per lo più di sinistra (quindi antiamericani e tendenzialmente antioccidentali).
In seguito alle reazioni isteriche e violente degli islamici di tutto il mondo, quasi tutti (a parte un collega filo-nazista e quindi antiebraico e pro-arabo) hanno aperto gli occhi, riuscendo a capire o forse ammettendolo a se stessi per la prima volta, che è difficile dialogare con chi ti vorrebbe sterminare per la tua infedeltà alla loro religione.
Per la prima volta, sono rimasto soddisfatto dopo uno scambio di opinioni su questi temi.
Forse lo spirito di Monaco può essere ancora sconfitto.....

Anonymous said...

giusto, ma non facciamoci troppo distrarre e rimaniamo concentrati sulla vera questione: il nucleare.

Un saluto,
Inoz
http://inoz.ilcannocchiale.it

Anonymous said...

OT: ho letto da Malvino quello che mi hai segnalato. Ho trovato il post molto interessante soprattutto perchè va dritto al punto della questione.
In ogni caso però io continuo a pensare che le modalità di comunicazione siano sbagliate.
Attenzione: non quello che si dice ma come si dice.
Ne scriverò tra poco.
Saluti

Unknown said...

No, neanche io la lascero' morire. E' vero che la reazione alle proteste della gente comune, del collega, dell'amico, e' di incredula sorpresa. Immagino che sia una buona base per costruire.
Ma emergono anche rabbie antiarabe che condannano tutto senza distinzioni e senza comprensione. Rabbie bellicose. La liberta' dell'intelligenza muore un po' anche cosi'.

Nessie said...

Il problema dei problemi è un'opinione pubblica intrappolata dai partiti. Gli Italiani - assodato il fatto che sul problema islam i partiti di sinistra soprattutto, ma anche di destra, tacciono - dovrebbero imparare ad organizzarsi per conto proprio con associazioni libere e non egemonizzate. Fino a quando ci sarà la tirannide dei numeri elettotorali è chiaro che i partiti politici non possono che fare umilianti compromessi. L'ultimo dei quali è la creazione della Consulta islamica. Vorrei fare notare che le voci fuori dal coro, sono invece un grande coro: dal mio salumiere, al fornaio, al giornalaio, alla parrucchiera ecc. Tutti incazzatissimi! Le loro domande sono sempre le stesse: bruciano le ambasciate e noi li lasciamo fare? Staccano i crocefissi e noi li lasciamo fare? Querelano i direttori italiani che riproducono le vignette e noi li lasciamo fare? Uccidono un prete mentre diceva la Messa e noi stiamo zitti? Perfino la campagna elettorale, di fronte alla gravità di questi fatti di cui in tv NON SI PARLA, suona falsa e inautentica come un brutto reality show. No, non lasceremo morire la libertà e non molliamo. Ne va di mezzo il nostro futuro e quello dei nostri figli. Nessie