Un affresco indicativo della situazione economica in cui i principali paesi europei versano. Quella di Alberto Alesina su Il Sole24Ore è un'analisi comparata per capire chi va meglio e perché. La parola chiave, scopriremo, è liberalizzazione su tutto.
I Paesi che crescono sono quelli che hanno adottato politiche adeguate a far aumentare la produttività. Gran Bretagna e Irlanda hanno ridotto il peso delle aliquote fiscali e varato liberalizzazioni dei mercati dei prodotti e del lavoro. Svezia e Danimarca hanno diminuito un po' la pressione fiscale ma soprattutto hanno adottato profonde riforme del mercato del lavoro. I costi del licenziamento sono minimi, così le imprese non hanno timore di assumere lavoratori, perché non diventano automaticamente permanenti, e il tasso di disoccupazione danese è attorno al 5%. Generosi sussidi di disoccupazione, ma legati strettamente a un'attiva ricerca di un nuovo lavoro. Inoltre, bassi costi burocratici per avviare un'impresa e la liberalizzazione dei mercati dei prodotti aiutano la competitività. In Danimarca ci vogliono due giorni lavorativi per avviare un'impresa, mentre in Italia ne occorrono 63!
E l'Italia com'è messa? «Ha introdotto qualche flessibilità nel suo mercato del lavoro e infatti, nonostante la bassa crescita del Pil, la disoccupazione non è aumentata, anzi è scesa. Tuttavia s'è creata «una spaccatura tra i super-protetti illicenziabili e i nonprotetti. Alle imprese spesso non conviene far progredire gli assunti più giovani verso le posizioni iperprotette. Meglio far ruotare i lavoratori con contratto a termine che investire nel loro training e tenerli a lungo. Ciò mantiene bassa la loro produttività». A fare il resto sono «gli alti oneri della burocrazia e dei servizi non liberalizzati». Pensate che «dall'adozione dell'euro in poi il costo dei servizi bancari è aumentato del 38%!»
«La lezione quindi è chiara: i Paesi che stanno in qualche modo evitando la stagnazione sono quelli che hanno avuto il coraggio di introdurre riforme liberalizzatrici. Non ci sono solo i modelli americano e inglese a generare crescita. C'è anche il modello scandinavo; almeno così pare. Che cos'hanno in comune questi modelli apparentemente tanto diversi? La liberalizzazione dei mercati del lavoro e dei beni e servizi. Ciò che sicuramente non crea crescita è il protezionismo inteso nel senso sia di scudo conto la competizione internazionale sia di tutela degli insiders, come i lavoratori già occupati e i monopolisti nei servizi».
A Giavazzi aggiungiamo quindi Alesina. Solo la Rosa nel Pugno, occorre dire, si esprime con chiarezza e senza distinguo per la strada indicata dai due economisti.
7 comments:
Non sembra che voi neo-socialisti abbiate in mente di compiere riforme del mercato tatcheriane e reaganiane, al contrario la neo-socialista Bonino parla di modificare la legge Biagi in termini meno liberali. Pazzesco.
E meno male che dicevano che li stavate pannellizzando, a me sembra che loro vi abbiano bosellizzato da un pezzo.
Vi siete scambiati le parti peggiori: voi avete passato loro il becero anticlericalismo made in '800, e loro vi hanno passato le riforme "sociali" antiliberiste.
Ora sì che ce l'avete fatta: siete "di sinistra".
I radicali sono morti da un pezzo. Ormai ci sono solo i socialisti.
Tranne te, che da questo blog continui a difendere le battaglie di una volta. Quelle liberali.
Questo paese ha bisogno di sconfiggere il socialismo, non di allearsi con esso.
Jim, c'è sempre un posto in più trai salmoni...
Ricorda.
Ciao! :-)
Jinzo grazie per l'affetto ;-)
ma dove l'hai sentita la Bonino che vuole modificare la lwegge Biagi in termini "meno liberali". La legge Biagi è una goccia, i radicali dicono di applicarlo tutto il "Libro Bianco" di Biagi (che è stato iscritto allo Sdi, tra l'altro).
E l'agenda Giavazzi-Alesina è forse fatta di riforme "antiliberiste"?
Il tuo mi sembra un ragionamento un po' ideologico.
"modificare la lwegge Biagi in termini "meno liberali".
A Ballarò. E non l'ho sentita solo io, l'hanno sentita anche tutti quelli del progetto Della Vedova 2006 che ieri si chiedevano cosa mai le fosse successo.
Tutti ideologi?
Almeno ammetterai la vostra bosellizzazione.
Speriamo non la zapaterizzazione. Quella almeno lasciatela ai compagni prodiani.
Ciao Jim!
Sei sempre forte!
Ti invito da me per dare un'occhiata allo spessore politico dei tuoi nuovi alleati, magari così ci ripensi.
ECCO BRAVO FEDE!!
MA RICORDALO ANCHE AI COMPAGNI DI DIREZIONE!!!
Inoz
http://inoz.ilcannocchiale.it
Non sto seguendo molto le dinamiche politiche, ma, leggendo le notizie sulla mancata firma della Bonino sul programma unionista, sono rimasto un po' basito: cosa diamine 'sta storia del reddito di cittadinanza?
Grazie.
Alessio - Imola.
Se non l'ha fatto la "Casa delle Libertààà", nutro fortissimi dubbi possa il centrosinistra. Non per partito preso eh, ci sono forze riformatrici/liberali, ma il problema è che un 20% della coalizione decisamente non lo è. Il 20% non è poco. Che poi anche questi potrebbero servire: liberalizzare sì, ma attenzione alle fughe in avanti. Certi diritti sociali devono essere e per tutti. Oltre quelli, liberi tutti.
Post a Comment