La domanda mi sorge spontanea, diceva qualcuno.
Animato da genuina curiosità vorrei sapere come mai Emma Bonino, ministro del Commercio internazionale e delle Politiche europee, non era al vertice italo-russo che si è svolto ieri a Bari. Perché no? Difficile credere a un impegno di pari importanza o fissato precedentemente, come la conferenza stampa di lancio delle iniziative per il cinquantenario dalla firma dei Trattati di Roma alla quale la Bonino è intervenuta ieri. Le ipotesi, capirete bene, possono essere molteplici e non so decidermi.
Magari la spiegazione è molto semplice, una banalità che in questo momento mi sfugge. Lo dico davvero, con umiltà, consapevole della mia ignoranza in materia diplomatica e prassi istituzionali. Ma se, come sarebbe anche possibile, ci fosse dietro una questione politica, credo che andrebbe discussa apertamente. La Bonino imbarazzata di incontrare Putin? Se davvero la sua è stata un'assenza dovuta a una scelta politica dovrebbe essere motivata pubblicamente. Oppure, il Governo imbarazzato di fronte a Putin per la presenza della "imprevedibile" radicale al tavolo della firma di importanti contratti? In questo caso mi piacerebbe sapere chi avesse avanzato alla Bonino la "proposta indecente" di rimanere a Roma. O, ancora, Putin imbarazzato di incontrare la Bonino, leader di quel partito che voleva far espellere dall'Onu?
In ognuno di questi casi, e negli altri possibili ma che ora per limiti miei non riesco a immaginare, sarebbe comunque interessante sapere perché no. Ripeto: non è una critica rivolta ad alcuno, semplicemente perché non ho elementi di valutazione. Solo una curiosità di natura politica.
Tant'è che comunque, da Roma, ma la sua dichiarazione sui rapporti con la Russia la Bonino l'ha fatta, in linea con quanto ebbe modo di dire durante la sua visita in Cina: ha auspicato sui diritti umani «pressioni e dialogo». «Non tacere non vuol dire l'isolamento ma un dialogo franco», che «le cose evidenti non si nascondono», ha spiegato, aggiungendo che «nella partnership che vogliamo costruire tutti abbiamo bisogno di una Russia o di una Cina responsabili negli affari del mondo» ma che «il peggio che possiamo fare è la reticenza».
Reticenza a cui ieri Prodi e D'Alema hanno fatto ampio ricorso.
2 comments:
e io che pensavo tu parlassi di sircana...
Beh, forse il semplice fatto che una persona con una importante carica politica paragoni con tranquillità la Cina del partito unico, dei Laogai, della censura e delle rivolte contadine represse nel sangue, con la Russia, forse ripeto forse potrebbe essere visto dal Cremlino come un filino offensivo?
E quindi si sia pensato di lasciare la verbalmente incontinente signora a casa?
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