Attacchi chimici contro i civili a Baghdad, ma non vedo nessuno a marciare e a protestare. Si discute del cinismo di Fassino, che per qualche voto neocomunista in più al Senato sulla missione in Afghanistan è pronto a fare aperture diplomatiche ai talebani. E adesso ci si venga a dire che qualcuno nel Partito democratico americano sostiene la necessità di trattare con i Talebani...
Cosa sarebbe oggi l'Italia, piuttosto, se nel 1944 gli americani si fossero fermati a Cassino, invitando i nazisti a una conferenza di pace? I talebani vanno annientati, eliminati. L'unica cosa di cui si può discutere con i talebani è la loro resa incondizionata.
Il nostro è un paese, invece, che sul sequestro Mastrogiacomo, come sugli altri rapimenti, non informa gli alleati, conduce trattative parallele dai termini ambigui con i nemici, probabilmente fornendo loro denaro, rendendo prigionieri, offrendo concessioni politiche.
Un caso di cretinismo, invece, sembra essere quello del viceministro Intini. All'indomani della formazione del nuovo governo palestinese, che non accetta di ripudiare la violenza contro Israele, e dell'appello del Governo israeliano alla comunità internazionale perché continui a non riconoscerlo, pur mantenendo aperti canali di dialogo, il nostro viceministro dimostra di essere ostile a Israele, quindi tutt'altro che equivicino, o peggio - ma purtroppo più probabile - di non aver capito nulla della situazione.
Ha dichiarato al Corriere che ora «è possibile immaginare una ripresa dei finanziamenti europei all'Autorità palestinese». Intini non sa, o fa finta di non sapere, che il "Quartetto" per il Medio Oriente (Stati Uniti, Unione europea, Onu e Russia) esige che qualsiasi governo palestinese riconosca Israele, gli accordi precedentemente conclusi e rinunci alla violenza, quali condizioni per la ripresa degli aiuti internazionali congelati da un anno? L'Italia sta forse allontanandosi da questa linea? Intini ha l'autorità per esprimere la nuova linea o è semplicemente un incompetente?
Quanto alla composizione del nuovo governo palestinese, Intini osserva che sono sovrani i palestinesi e che «non vogliamo intromettercì, ma nel complesso mi pare affidabile. Conviene anche a Israele, a cui abbiamo sempre ripetuto: è nel vostro interesse la pace non con mezzo popolo palestinese, ma con tutto il popolo, altrimenti non sarà rispettata».
Rispondendo al giornalista che gli ricorda che nel discorso programmatico del premier di Hamas non c'era la rinuncia al terrorismo, Intini ha preferito indicare tre presupposti per riavviare il processo di pace, tra i quali non ci sono quelli indicati dal Quartetto: «1) un governo israeliano forte; 2) un governo palestinese forte; 3) un forte impegno degli Stati Uniti [?!]. Il forte governo israeliano manca, anche se ha una larga maggioranza parlamentare... Non dimentico che quando Al Fatah si affacciò al mondo, qualche decennio fa, si diceva quello che oggi si dice di Hamas: terroristi. Poi però si è arrivati agli accordi di Camp David». Già, e poi?
Dunque, è "di destra" Capezzone, caro Sofri, o è questa sinistra a cui dovrebbero appartenere i radicali che non è anti-totalitaria e non ha mai raccolto la bandiera della libertà e della democrazia?
1 comment:
qualcuno infatti si è messo a ridere quando la rnp faceva la liberale filoamericana con Intini candidato. Uno che queste idee non le ha mai nascoste.
Forse sono sfuggite solo a te...
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