Si è svolta ieri la prima riunione del Gruppo di lavoro della Community of Democracies su "Promozione della democrazia e risposte alle minacce nazionali e transnazionali alla democrazia", in cui sono stati esaminati progetti e azioni volti a favorire la diffusione della democrazia in diverse aree del mondo. Sono intervenuti il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti e il sottosegretario di Stato americano Paula Dobriansky, per la quale «la democrazia è uno dei migliori antidoti contro il terrorismo».
Per promuovere la democrazia nel mondo è necessario «lavorare con la società civile e con le popolazioni locali». Ma «non c'è un solo modello valido» per promuovere le libertà fondamentali ed è «sbagliato trasferire il modello di un paese ad un altro», ha precisato la Dobriansky. «Il punto chiave è che ci sono diverse forme di crimine transnazionale che hanno avuto un impatto in particolare nei paesi che vogliono fare passi avanti nella strada della democrazia».
«Finora si era pensato alla cooperazione per settori quali la sanità oppure le abitazioni, oggi dobbiamo invece pensare che una quota delle risorse pubbliche devono essere investite in una sorta di cooperazione democratica, quindi nel sostegno del multipartitismo, delle società civili, della trasparenza e della lotta alla corruzione», ha aggiunto il sottosegretario Vernetti, sottolineando che «l'Italia può svolgere un ruolo molto forte nel Mediterraneo, per esempio nei confronti dei paesi arabi moderati che si sono lentamente incamminati verso delle aperture positive», come Giordania e Marocco. «L'Afghanistan è un caso esemplare dove sviluppo, democrazia e sicurezza sono fortemente legati. Questo è il motivo per cui continuiamo ad inviare soldati insieme alla Nato e alle Nazioni Unite».
Si è parlato della creazione di due fondi, Onu e Ue, per favorire la diffusione della democrazia, oltre ad alcune azioni concrete, tra le quali «missioni di monitoraggio nei paesi in situazioni di crisi».
L'iniziativa della Comunità della democrazie è nata nel 1999 a Varsavia e raccoglie un centinaio di nazioni democratiche. L'Italia fa parte del gruppo di coordinamento composto da 16 Paesi ed entro la fine dell'anno dovrebbe essere costituito un segretariato permanente. Il primo passo sarebbe quello di riuscire ad agire da "lobby" di Paesi democratici nei diversi contesti multilaterali.
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