Nuova aggressione del nazionalismo putiniano contro una repubblica ex sovietica. L'Occidente teme il confronto e si defila.
«Non consiglierei a nessuno di rivolgersi in futuro alla Russia usando il linguaggio della provocazione e del ricatto». Così il presidente russo Vladimir Putin, in una riunione al Cremlino con i leader dei gruppi parlamentari, riferendosi alla crisi tra Mosca e Tbilisi. La Russia ha imposto alla Georgia il blocco terrestre, aereo e marittimo dopo che la scorsa settimana sono stati arrestati a Tbilisi, con l'accusa di spionaggio, quattro ufficiali dei servizi militari russi. «Terrorismo di stato», ha tuonato Mosca.
Per decisione della Duma russa tutti i collegamenti sono interrotti fino a nuovo ordine - compresi i servizi postali - e allo studio c'è persino la possibilità di un blocco sulle transazioni bancarie. Intanto, Tbilisi ha fatto marcia indietro, riconsegnando a una delegazione Osce i quattro ufficiali russi arrestati, ma per Mosca non basta ancora: non tollera che nei rapporti con le ex repubbliche sovietiche intervengano altri attori internazionali.
Francesca Sforza, corrispondente del quotidiano La Stampa a Mosca, ha spiegato ai microfoni di Radio Radicale che la crisi si è aperta già a due mesi fa, con il blocco delle importazioni dei vini e dell'acqua minerale georgiana da parte russa.
Al centro dei contrasti, i separatisti filorussi dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Mikhail Saakashvili, l'uomo che ha guidato la rivoluzione delle rose nel 2003, che ha in parte sottratto la Georgia all'influenza russa e l'ha avvicinata agli Stati Uniti e all'Europa, accusa il Cremlino di alimentare il separatismo. In vista dei referendum che si terranno nelle due regioni autonome è salita la tensione. D'altra parte, Putin non tollera la svolta democratica e filo-occidentale della repubblica caucasica.
Molto più di quella ucraina, osserva la giornalista, la leadership georgiana «ha profonda antipatia per i russi». La Georgia è «molto più slanciata verso l'Occidente», ma allo stesso tempo «molto più legata economicamente alla Russia». «Cosa fate senza di noi?» E' questa la sfida che Mosca lancia con l'arma del blocco dei collegamenti. La Georgia è «un paese che sta cercando di ricompattare la propria identità», spiega la Sforza. Ha una leadership «giovane, aggressiva, filo-europea», che è percepita dalla popolazione «con disincato», laddove dell'Europa nella società «non c'è traccia», e appoggiata idealmente dalle giovani generazioni. Tuttavia, rimane un paese legatissimo alla Russia sotto tutti gli aspetti, mentre da qui l'America «è lontanissima, gli americani non ci sono». D'altronde, da parte degli Stati Uniti non giungono «gesti reali, interventi politici forti», perché «significherebbe entrare in un conflitto reale con la Russia».
Il presidente americano Bush è stato avvertito da Mosca che «le azioni di paesi terzi interpretabili dalla parte georgiana come un incoraggiamento alla loro politica distruttiva, sono inaccettabili e pericolose». «Inaccettabile e pericoloso» era stato giudicato il recente discorso del presidente georgiano alle Nazioni Unite, in cui si manifestava la volontà di entrare al più presto nella Nato e di sganciarsi dal controllo politico ed economico della Russia.
Non sono per le risorse energetiche, gas e petrolio, la Georgia dipende ancora molto dalla Russia, ma anche per il commercio e per i traferimenti di denaro (si stima intorno al miliardo di dollari) che arrivano dai circa 300 mila georgiani emigrati in Russia. Per questo, il blocco, anche delle transazioni bancarie, potrebbe provocare ingenti danni all'economia georgiana e produrre effetti politici simili a quelli cercati dalla Russia con l'arma del gas contro l'Ucraina di Yushenko.
3 comments:
http://2twins.splinder.com/archive/2006-01
se vedi il tuo amico Enzo Reale, suggeriscigli questo post... "profetico" direi...
Andrea Gilli
chievo venia,
http://2twins.splinder.com/post/6934429/Nuova+strategia+russa+verso+Sud%3F
questo, aa.
basta che per favore non ci gingilliamo con l'idiozia che Saakashvili sia un democratico.
E' meramente un "nostro figlio di puttana"...
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