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Tuesday, June 20, 2006

Furbi per la Vita

La Fondazione Ideazione, insieme all'Associazione Scienza & Vita, alla Fondazione Magna Charta, al Movimento per la Vita e ad altre associazioni, si è fatta promotrice, la scorsa settimana, di un appello rivolto a tutti i deputati del Parlamento Europeo perché votassero «contro il finanziamento europeo sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali».

Per quale motivo gli stati europei in cui questo tipo di ricerche sono permesse non potrebbero avvalersi di fondi europei che hanno anch'essi contribuito a costituire? Il Parlamento europeo, qualche giorno fa, ha infine deliberato a favore degli stanziamenti. Ma a farmi trasecolare non è stato l'obiettivo dell'appello, quanto le argomentazioni palesemente infondate e mistificatorie su cui si reggeva. Andiamo a leggere.
Proprio un anno fa in Italia c'è stato un referendum con cui si voleva abrogare la legge che regola la fecondazione assistita. A quella votazione si è astenuto il 75% degli italiani, favorevoli al mantenimento di quella legge, nella quale, fra l'altro, si vieta la ricerca sugli embrioni.
Ecco la prima falsità. In quanto astenuti non si può dare per scontato che il 75% degli italiani fosse «favorevole» al mantenimento della legge oggetto del referendum. La Costituzione fissa per la validità dei referendum abrogativi il quorum del 50%. Al di sotto, la consultazione è nulla, perché la maggioranza (il 75% nel nostro caso) non si è espressa. Per effetto di questa norma già all'indomani di un referendum in cui non fosse raggiunto il quorum il Parlamento può intervenire a modificare la legge in questione, mentre questa è intoccabile per ben cinque anni se in un referendum valido, cioè in cui venisse raggiunto il 50% dei votanti, vincessero i "no".

I protagonisti della campagna per l'astensione ai referendum contro la legge 40, dopo aver rinunciato a far prevalere i "no" nelle urne, preferendo l'esito pratico di far fallire la consultazione, non possono ora pretendere anche che il referendum abbia l'effetto che la legge prevede solo nel caso in cui venga raggiunto il quorum e prevalgano i "no", strumentalizzando così almeno un 40% di astensione fisiologica e quanti non si sono recati alle urne perché confusi o indecisi.
Il 30 maggio, al Consiglio dell'Unione Europea, il nuovo ministro italiano dell'Università e della Ricerca Scientifica ha compiuto un atto politico grave e prevaricatorio, scegliendo di ignorare il risultato della consultazione democratica dello scorso anno. Il ministro Mussi ha infatti ritirato l'adesione dell'Italia alla "dichiarazione etica" dello scorso 28 e 29 novembre 2005, in cui l'Italia, insieme ad altri paesi europei, si opponeva al finanziamento di ricerche - nell'ambito del settimo programma quadro - che avrebbero comportato la distruzione di embrioni... Ritirando del tutto arbitrariamente l'adesione dell'Italia a quella dichiarazione, il Ministro Mussi costringe noi italiani a finanziare con i nostri soldi le ricerche sugli embrioni che avvengono in altri paesi europei, e che in Italia non sono legali. Il ministro Mussi ha compiuto un atto politico autoritario, violando la volontà dei cittadini, che si è espressa chiaramente lo scorso anno.
Nessun atto «prevaricatorio» né «autoritario», perché, come detto, il referendum nullo non è vincolante rispetto all'azione del Governo e del Parlamento, e nessuna «volontà» è stata violata, sia perché quella volontà non si è espressa affatto «chiaramente», è piuttosto vero il contrario, rendendo nullo il voto referendario, sia perché la firma revocata da Mussi non fu oggetto della consultazione e la decisione non viola in alcun modo la legge 40 ancora in vigore.
Il nuovo governo italiano ha sostenuto e coperto l'iniziativa del ministro, smentendo tutte le dichiarazioni fatte in proposito durante la campagna elettorale. Il motivo è semplice: la maggioranza dei membri dell'attuale governo fa parte dello schieramento uscito sconfitto dal referendum dello scorso anno. Invece di accettare democraticamente il verdetto popolare del referendum, il governo attuale, che ha vinto con uno scarto di voti minimo, ha deciso di rovesciarlo attraverso arbitrarie iniziative di potere.
Si ritorna al punto, per la terza volta. Non c'è stato alcun «verdetto popolare», né si può dire che sia stato «rovesciato». Quella che appare nell'appello come una violazione della volontà popolare, quindi della legalità, è in realtà, semmai, la "violazione" di una, e solo una, delle possibili interpretazioni politiche dell'alto tasso di astensionismo, sostenuta da chi in quella campagna referendaria era parte in causa. I promotori dei referendum potrebbero per esempio sostenere che l'unica «volontà» accertata in modo inequivocabile, per mezzo dei voti espressi, risulta dal risultato che vede i "sì" prevalere sui "no" con percentuali che superano l'80%.

Dunque, è falso che sia stato «in gioco il rispetto delle regole democratiche nel nostro paese, e quindi in Europa».

Il prossimo 15 giugno, vi chiediamo di votare contro il finanziamento europeo sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali, perché ogni stato possa decidere, in assoluta autonomia, se supportare o no questo tipo di ricerche.
Andrebbe invece chiarito che il 15 giugno il Parlamento europeo ha espresso un voto che fa salva l'«assoluta autonomia» degli stati membri.

Dunque, al di là del merito dell'appello, le argomentazioni su cui si basava erano pesantemente mistificatorie, in linea con i metodi della corrente reazionaria in cui i Pera, i Ferrara, i Mantovano e i Ruini hanno ormai trascinato il centrodestra, condannandolo nei prossimi anni a posizioni di retroguardia non in sintonia con i suoi potenziali elettori.

5 comments:

Giuseppe Regalzi said...
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JimMomo said...

Ub. Non me n'ero accorto. Ce ne vuole a essere più prolissi di me ;-))

ciao

Giuseppe Regalzi said...

È quello che dico anch'io qui! Anche se lo dico più prolissamente... :-(

Anonymous said...

Devo dire che non posso non darti ragione...Personalmente trovo ridicole tutte le crociate, ma questa sulle staminali embrionali sta assumendo i contorni di una guerra epocale. Ed il bello che poi l'unico argomentare diventa il darti della 'nazista'. Fastidioso (offensivo sarebbe se avesse una base minima...) ed inutile.
Ciao!

Robinik said...

Federico ... tu che ricordi così bene la campagna referendaria mi puoi ricordare quale comportamento elettorale consigliavano quelli contrari all'abrograzione?
Sai io non ricordo...
Poi mi puoi confermare che l'astensione cronica definita da tutti gli antiastensionisti era definita intorno al 23%?
Sai io non ricordo...

Grazie