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Thursday, June 08, 2006

Tentazioni etiche

Qui si è di principio contrari a commissioni o comitati etici. Fedeli per davvero al principio che «sulla vita non si vota», cioè che il legislatore non possa intervenire invadendo la sfera individuale dei cittadini, proibendo, o scoraggiando, comportamenti che non danneggino terzi. Quindi, non ha tutti i torti Sergio Soave, quando su ItaliaOggi, mosso da preoccupazioni credo opposte alle mie, giudica inopportuno il nuovo comitato interministeriale in materia di bioetica.

Certo, allo Stato «spetta regolamentare una serie di materie sul piano pratico e normativo... se però le scelte necessarie a questo scopo vengono fatte risalire a una concezione morale di cui il governo si fa portatore, ci si avvicina pericolosamente al concetto di stato etico».

Non ho difficoltà a sottoscrivere, ma con una precisazione. Vi è la tendenza a considerare come equivalenti l'intervento proibizionista del legislatore e l'intervento regolatore. Proibire o regolamentare l'aborto, proibire o regolamentare la fecondazione assistita, non sono due opzioni il cui segno è opposto ma della stessa natura "etica". Non vi può essere equiparazione. Nel proibire c'è «una concezione morale di cui il governo si fa portatore», nel regolamentare lo stato chiama il cittadino a esercitare la propria responsabilità, la propria opzione morale individuale.

Se per esempio il comitato istituito da Prodi arrivasse a suggerire di ampliare la possibilità di ricorso alla fecondazione assistita, o di ricerca sulle cellule staminali embrionali, non sarebbe una decisione da "stato etico", perché per nessun cittadino vi sarebbe l'obbligo di fare ricorso, o di usufruire in qualunque modo, di queste pratiche.
«L'aver sancito un ruolo diretto dell'esecutivo nelle scelte di carattere etico rappresenta un precedente che potrebbe dare frutti avvelenati in un futuro non troppo lontano».
Potrebbe, certo, c'è questo rischio. Le commissioni di bioetica dovrebbero, come quelle nei paesi anglosassoni, essere volte a trovare soluzioni pratiche attente alle diverse sensibilità, ma poi è il momento della decisione che fa uno stato etico o meno. Rispetto alla legislatura precedente, quando addirittura di certi temi non si poté parlare in campagna elettorale, chiamando in causa la "libertà di coscienza", e il governo non palesò mai una sua posizione ufficiale, molto meglio la chiarezza di un confronto aperto.

1 comment:

Anonymous said...

Secondo me commetti un errore, o una leggerezza, di interpretazione di fondo: la ricerca sulle staminali embrionali ha a che fare con terzi, nello specifico gli embrioni, per questo anche io mi trovo estremamente combattuto sul giudizio.
Viceversa ricadono nella categoria del non terzismo l'eutanasia e le unioni civili (le adozioni già no).
Però resta il fatto che una norma che legalizzi l'eutanasia, come io vorrei, è comunque un voto sulla vita, è comunque espressione di un giudizio etico.
Secondo me la differenza sta piuttosto in una cosa che potremmo chiamere distinzione tra etica ed eticismo, similarmente a morale e moralismo. L'etica è quella di buon senso, che anche inconsciamente, comunque espriamiamo continuamente. Che il fatto che tutti debbano pagare le tasse non è anche una questione etica?
E io, al contrario, trovo lungimirante l'istituzione di una commissione etica in maniera così palese, soprattutto se presieduta da Amato. Non mi ha tramesso per nulla la sensazione di indirizzo verso uno stato etico quanto piuttosto la palese volontà di trovare una soluzione ragionevole.
Che ripeto, visto che comunque nell'etica ci incappiamo per natura, è meglio che appunto la cosa sia gestita alla luce del sole, come anche tu rilevi.