Innanzitutto la politica economica. Il principale cavallo di battaglia della campagna elettorale, il taglio del costo del lavoro, al netto della propaganda, si può realizzare solo in parte. E allora si sono inventati la riduzione selettiva del cuneo fiscale, che però rappresenta una distorsione della concorrenza. Lo Stato avvantaggia alcune imprese e non altre. Occorre aiutare le imprese che investono in settori innovativi, ci viene detto. Ma non è compito del Governo indirizzare l'economia, se non altro perché nessun apparato burocratico è in grado di individuare, in un mercato libero, quali siano questi settori innnovativi. E il rischio che la selezione, seguendo logiche comuni a ogni macchina governativa, favorisca gli amici, e gli amici degli amici, è francamente concreto.
Il taglio del cuneo, se ci sono i soldi per farlo, lo si deve estendere a tutte le imprese e a tutti i lavoratori. Sarà poi il mercato a decretare chi ha investito nella direzione giusta e chi in quella sbagliata.
Dell'audizione di oggi di Padoa Schioppa alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato il passaggio centrale è sulla produttività. Come ebbi a dire, il costo del lavoro, di cui molto si parla, è davvero importante come paramentro se considerato per unità di prodotto, non tanto, e non solo, per singolo lavoratore.
«Il punto di fondo è che se l'economia italiana ha problemi di crescita è essenzialmente perché la produttività in Italia cresce da molti anni a ritmi significativamente inferiori agli altri paesi, compresi i paesi dell'area dell'euro. E con una crescita della produttività bassa non basta la moderazione salariale - che pure c'è stata - per impedire una perdita di competitività, che si concretizza in una dimanica molto più forte, e quindi avversa, del costo del lavoro per unità di prodotto dell'economia italiana rispetto alle economie concorrenti...».C'è molta demagogia, bisogna dirlo, sulle ipotesi di tassazione delle rendite finanziarie. Si gioca sul concetto vasto di rendita. C'è bisogno di «colpire la rendita» non si fa che ripetere e a chi ascolta vengono in mente finanzieri che pascolano pasciosi speculando sui nostri sacrifici. Non è così. Non ci sono due mondi separati, la rendita e il profitto derivante da attività produttive. Anzi, il confine è molto più incerto di quanto si possa pensare e spesso «colpire la rendita» significa colpire il risparmio.
Come fa notare Daniele Capezzone in una recente intervista, 64 giorno dopo le elezioni «in un sistema politico funzionante si sarebbe già nel pieno dell'agenda di governo dei 100 giorni». Invece, qui da noi «non c'è ancora un'agenda di governo e già si convocano le parti sociali... Sarebbe stato meglio avere delle priorità incardinate, anche nell'azione parlamentare, e su quelle sentire le parti sociali», mentre «altra cosa è ritenere che tutto debba essere negoziato preventivamente».
Mentre le considerazioni di Draghi tutti le hanno applaudite, anche se al cuneo dedica «due righe liquidatorie» («non ci sono i soldi»), osserva il neo eletto presidente della Commissione Attività produttive della Camera, tutti si concentrano su questo cuneo, in un «dibattito chiuso che lascia fuori le questioni strutturali»: pensioni, sanità, pubblico impiego, mercato del lavoro, liberalizzazioni.
Non minore la confusione in politica estera. Anche se la virata rispetto al precedente governo è netta, decisioni definitive non ve ne sono. Si temporeggia, cercando di non «irritare» gli alleati da una parte, e non subire la rappresaglia dalla sinistra pacifista e antiamericana dall'altra.
Di certo torneremo ad essere i cugini mansueti del vecchio e logoro asse franco-tedesco, come ha ben sottolineato Stefano Folli sul Sole24Ore, per «ricollocare l'Italia nel solco della sua politica tradizionale. "Grazie per aver riportato l'Italia in Europa", avrebbe detto al premier italiano il presidente francese Chirac e a rivelarlo è lo stesso Prodi». E il ritiro dall'Iraq come "fuga" da una missione ritenuta "sbagliata", per quanto si tenti di dissimularlo, è l'unica misura che dà un'identità all'attuale governo.
Quanto ai temi della bioetica, come detto, l'ambiguità è a livelli massimi.
7 comments:
Credo che il contare i giorni non sia un metodo di misura sul vero valore di un governo, lo è invece il fvalutare gli interventi positivi nel medio periodo, diciamo dai sei mesi ad un anno.
Quello che è invece evidente e quindi criticabile è il funanbolico traballare del governo, che a mia opinione si trasformerà in un tirare a campare su tutti i fronti, tranne quello economico dove gli unici veri interventi a disposizione sono nuove tasse, già annunciate tra l'altro, visto che di tagli non se ne parla.
Oggi sono state messe le mani avanti con un annuncio sorprendente: "i conti sono peggio che nel 1992".
Suppongo che quindi ci sia bisogno di una manovra correttiva di almeno altri 20mld di euro, o 10, o 15?
Quindi addio taglio del cuneo? Oppure si vogliono aggiungere i 10mld necessari al suddetto taglio nella finanziaria bis?
"Le nuove tasse andranno fatte pagare agli evasori" dicono. Presumo che quindi questi evasori si conoscano bene per giungere al punto di tassarli, e se si conoscono perchè non li si fa smettere di evadere? Perchè non vengono multati come prevede la legge?
"Le nuove tasse saranno sulle rendite finanziarie" dicono, ma in che quantità e fino a che livello? Perchè una rendita finanziaria sono pure le poche decine/centinaia di euro che una persona guadagna (quando guadagna) comprando dei fondi comuni, delle azioni, delle obbligazioni, oppure con gli interessi del conto in banca. Saranno retroattive o colpiranno solo le nuove rendite? Non sono cose da poco.
Tutti parlano, ma nessuno dice nulla.
La situazione è surreale, veramente ci vogliono 2/3/4 mesi per avere un'idea dei soldi che ci sono e di quelli che non ci sono? Oppure i mesi servono per trovare la quadratura del cerchio in una maggioranza che non sa nemmeno lei cosa vuole.
Il programma elettorale dovrebbe guidare tutti no? Perchè non seguirlo allora, è così chiaro e completo...
Il fatto è che tolto di mezzo Berlusconi di questa maggioranza restano solo i comunisti. Loro un programma preciso l'hanno presentato e come è giusto che sia lottano strenuamente per metterlo in atto, qualcuno non se ne è nemmeno accorto e va in giro a dire che fanno semplicemente folklore, con la k però...
E i radicali che possono fare? Ovviamente poco oltre lamentarsi di quello che succede, non ci sono i numeri ne alla camera ne al senato per poter far valere la propria voce tra le tante, figuriamoci se verranno dati i senatori che a loro spettano di diritto.
Tutto questo a metà giugno, ora luglio serve ad organizzare le vacanze, settembre a digerirle, vedremo che succede ad ottobre, nel frattempo godiamoci masochisticamente le dichiarazioni quotidiane che suonano come eco distorte dei vecchi Calderoli & Co.
Proprio in questi giorni avete battuto il record di Andreotti, complimenti, 102 a 101 con l'ultimo sottosegretario ottenuto dalla RNP!.
Lorenza.
Ah no, pardon è stato eletto presidente di commissione. Non siete riusciti neppure in quello, avete pareggiato!. :D
nel frattempo e come di abitudine una rispolverata alle vecchie abitudini del buon subalterno: la visita a Parigi e Berlino (in stretto ordine) a prendere ordini e direttive. Probabilmente nei prossimi mesi assisteremo ad una ingerenza massiccia dei francesi nell'economia e nella politica italiana, con lo scopo chiaro di evitare per sempre altre "avventure" che possano mettere in discussione il dominio dei francorenani nel Continente come qualche anno fa.
Facciamoci del male....
Luigi
Stefano Folli è il migliore commentatore politico italiano.
Inoz
http://inoz.ilcannocchiale.it
posto che dò anche io un giudizio negativo di questo governo, però i 64 giorni sono trascorsi dalle elezioni, non dall'insediamento del governo...
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