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Wednesday, October 18, 2006

Il Dio dell'America e il Dio dell'Europa

Istruttiva e completa panoramica di Christian Rocca, oggi su Il Foglio, sul ruolo della religione nella politica americana, che mi dà modo di tornare su considerazioni fatte in questi anni.

E' singolare notare, nonostante non vi sia alcun richiamo a Dio o alla tradizione giudaico-cristiana nei testi costituzionali Usa, quale sia in America la vitalità del sentimento religioso e la rilevanza dei temi morali nel dibattito pubblico - di cui senz'altro il movimento dei diritti civili guidato dal reverendo Martin Luther King è stato un esempio. La funzione civile delle religioni e la libertà di cui godono dipendono strettamente dalla separazione fra stato e chiesa, che tutela prima di tutto la credibilità delle fedi.

La Costituzione Usa contiene norme tecniche e procedurali; il Bill of Rights concreti limiti all'azione del governo sulle libertà individuali; la Dichiarazione d'Indipendenza proclama inalienabili diritti e il governo con il consenso dei governati. L'accenno al "Creator" sembra aconfessionale, deista.

Storicamente, rispetto all'Europa, lo scopo del I Emendamento fu duplice: da una parte, vista la pluralità di chiese esistenti in America fin dalle origini, impedire allo Stato di identificarsi con una di esse, o avvantaggiarla a scapito delle altre; dall'altra, garantire il libero esercizio del proprio credo a cittadini che spesso erano fuggiti dalle persecuzioni e dalle faide religiose all'epoca in corso in Europa.

Il grave errore commesso dalla Chiesa in Europa, lo scriveva già Alexis de Tocqueville nell'800, è l'essersi intimamente confusa con i poteri terreni accettandone i privilegi. Gli europei «odiano la fede più come l'opinione di un partito che come una erronea credenza; e nel sacerdote combattono assai più l'amico del potere che non il rappresentante di Dio». Dunque, mentre in Europa «lo spirito di religione e lo spirito di libertà» procedevano «in senso contrario», negli Stati Uniti «regnavano intimamente uniti». Non vi fu dall'inizio alcuna fede contraria alle teorie e alle istituzioni liberali e democratiche, mentre a lungo in Europa vi fu l'opposizione cattolica. Dalle origini, in America, politica e religione «furono d'accordo, e non cessano di esserlo, sulla separazione delle rispettive autorità».

Sono queste le radici della diversa natura dei rapporti tra religione e politica negli Stati Uniti, che permettono ai valori religiosi di esprimersi in ambito pubblico senza che ciò metta in discussione la laicità dello Stato. Ed è comprensibile, invece, come l'invadenza della Chiesa cattolica in Europa, e soprattutto in Italia, abbia ancora connotati del tutto diversi che giustificano le preoccupazioni dei liberali.

Consapevole del ruolo positivo del sentimento religioso nella società, ma anche dei rischi che derivano dall'invadenza delle chiese negli «affari pubblici», Tocqueville concludeva: «Sono così persuaso dei pericoli quasi inevitabili che corrono le credenze religiose quando i loro interpreti si mescolano agli affari pubblici e, d'altra parte, così convinto che occorra ad ogni costo mantenere il cristianesimo in seno alle nuove democrazie, che preferirei incatenare i sacerdoti nel santuario che lasciarli uscire da esso».

4 comments:

Anonymous said...

Cosa intendi per invadenza delle chiese negli «affari pubblici»?

Preti e vescovi non possono (per il diritto canonico) fare politica attiva.
Nondimeno non vedo perche' non dovrebbero essere liberi di esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento.
Sta a chi li ascolta poi giudicare se le loro opinioni sono valide o no.

E ti ricordo che la Chiesa non e' composta solo da sacerdoti e religiosi, ma anche da tutti i credenti laici (parola di origine cattolica) come il sottoscritto.
Spero che nessuno mi voglia impedire di fare politica solo perche' sono cattolico e quindi non dovrei "invadere" gli affari pubblici...

La distinzione tra Dio e Cesare risale a 2000 anni fa e ormai l'abbiamo metabolizzata bene, don't worry. ;-)

I pledge allegiance to the flag of the United States of America, and to The Republic for which it stands, one Nation under God, indivisible, with liberty and justice for all."

Anonymous said...

Per mauro.

Nessuno ti impedirà mai, da queste parti, di fare alcunchè.
Però non obbligarci mai a fare quello che vuoi fare tu per le tue legittime convinzioni.
E soprattutto spiegami perchè devo dare l'8 per mille della mia irpef ai capi della tua religione se non voglio farlo. Perchè, vedi, per me e per tanti altri, questa non si chiama invadenza, ma ... prepotenza.

Anonymous said...

Ma davvero oggi nel 2006 in Italia si rischia l'invadenza della Chiesa Cattolica negli affari pubblici? Ma via! E poi chi ti obbliga Remember a versare l'8% dell'irpef a favore dei "preti"? E poi come mai, a quanto si dice e scrive, Tocqueville è l'autore preferito dal cardinale Ruini? Sarà un omonimo?

perdukistan said...

http://perdukistan.blogspot.com/2006/10/quel-che-come-al-solito-camillo-non.html