Oggi, riprendendo l'argomento ha esortato la comunità internazionale a vigilare che le elezioni dell'anno prossimo in Bielorussia siano libere e di far capire al regime di Minsk che non può reprimere il popolo come se fosse in un «cono d'ombra». Il popolo bielorusso, ha detto, dovrebbe essere libero di manifestare in piazza. A stretto giro è arrivata la risposta stizzita di Mosca: il regime politico della Bielorussia «non può essere imposto dall'esterno», ha dovuto replicare Lavrov.
Ma ancor più forti sono state le parole della Rice, a Mosca per preparare la prossima visita di Bush, nei confronti della Russia: la sua appartenenza al G8 la obbliga a garantire libertà economiche e politiche. Le recenti tendenze nel duro cammino della Russia per divenire una democrazia compiuta non sono positive, come la crescita del controllo centrale sui governi statali e del controllo sui media, sono «molto preoccupanti».
«The centralization of state power in the presidency at the expense of countervailing institutions like the Duma or an independent judiciary is clearly very worrying. The absence of an independent media on the electronic side is clearly very worrying».Rimane tuttavia un errore pensare che Putin stia facendo tornare indietro la Russia ai tempi sovietici: non è ciò che sta avvenendo. Isolare la Russia, minacciando di escluderla dai panel internazionali non ha senso, ma Mosca deve fare ogni sforzo per convincere il mondo di avere presenti le responsabilità di un membro del G8. E' uno Stato ancora in transizione, con una storia davvero complicata
Ne hanno scritto il New York Times (Rice Urges Russia to Embrace Openness) e il Washington Post (Trends in Russia "Very Worrying" to Rice).
No comments:
Post a Comment