E siamo al colpo di teatro di ieri. Tratta, negozia, fa credere, chiede assicurazioni, fa firmare, tutti sono sicuri, allargano le maglie e invece il Cav. si smarca dall'angolo in cui si trovava costretto. Certo, la crisi è al buio, ma Berlusconi, accettando il rischio di elezioni anticipate, si è rialzato prima dei 10 sec. e potrebbe ancora farla franca per ko degli alleati.
A questo punto il premier va in Parlamento cercando di convincere i centristi ma con il coltello dalla parte del manico: se Follini ritira l'appoggio al governo - cambiando idea rispetto alla lettera in cui assicurava lealtà all'alleanza in cambio del Berlusconi-bis - allora si va a elezioni anticipate, ma come accadde a Prodi con Rifondazione Comunista, sarà l'Udc responsabile della caduta del governo. Se invece l'Udc si impegnasse a sostenere un nuovo governo, Berlusconi essendo ancora in carica non dovrebbe chiedere nemmeno il voto e dovrebbe solo avviare le trattative per un nuovo esecutivo. Ma si sa, le crisi sono al buio e tutto può ancora accadere, anche che i centristi schivino il colpo.
Il retroscena di Francesco Verderami, Corriere della Sera
I desideri inconfessabili di Follini (Il Foglio):
«Quando in apparenza non si sa che cosa si vuole, vuol dire che si vuole qualcosa che è meglio non far sapere».
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