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Friday, April 29, 2005

«La voce pubblica» della Cei

«La voce pubblica» della Cei si farà sentire sempre di più. «Bisogna abituarsi», afferma il Card. Camillo Ruini in questa intervista al Corriere della Sera, la prima dopo il Conclave, «a una Chiesa, italiana e non, che parla a voce alta perché la situazione lo impone; perché è suo dovere, prima ancora che suo diritto».
«A volte sono sorpreso io stesso dall'eco che le nostre prese di posizione provocano sui giornali. Credo anche, però, che la voce della Chiesa dovrà essere sempre più percepibile, a mano a mano che vengono in questione i fondamentali della nostra cultura, dell'antropologia e dell'etica. Nell'attuale cambiamento epocale la Chiesa, per non rassegnarsi all'irrilevanza, deve farsi sentire e capire».
Ratzinger conservatore creativo:
«Gli scritti del cardinale Ratzinger nonme l'hanno mai fatto vedere come una persona sulla difensiva. Non è un puro difensore della fede: ha una mente creativa, e ha fatto molto per ripensare il cristianesimo nel nostro tempo. A mio avviso, più la fede è profonda, più si può essere creativi».
Insomma, le riforme le fanno i conservatori.
«Mi permetto di usare un linguaggio diverso: fra chi conserva la fede e chi la incarna in nuovi contesti non c'è dicotomia, anzi».

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