«Dall'Afghanistan al Marocco le donne sono in marcia e fanno sentire la loro voce sempre più forte. Una regione che qualche anno fa era completamente paralizzata ora è in ebollizione. Le donne arabe non hanno bisogno di consigli: sanno benissimo cosa vogliono. Hanno bisogno di aiuto per collegarsi tra loro, di assistenza legale e finanziaria per far valere i loro diritti».A Washington la Bonino, candidata dal governo italiano alla guida dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ha avuto due giorni di importanti colloqui. Al Dipartimento di Stato la candidata italiana ha incontrato Kim Holmes, il sottosegretario per le organizzazioni internazionali che ha sostenuto il progetto di un Democracy Caucus all'interno dell'Onu, e Richard Greene, responsabile dell'ufficio per i profughi. Alla Casa Bianca è stata ricevuta da Eliot Abraham, coordinatore per il Medio Oriente. Gli Stati Uniti, il maggior paese donatore della Commissione, con 300 milioni di dollari l'anno, sostengono da tempo che l'Alto Commissariato ha esteso i suoi compiti al di fuori della sua competenza originaria, come la sanità e l'assistenza economica. Washington chiede all'Onu di concentrarsi sulla gestione dei campi profughi, in particolare palestinesi, in modo da disinnescare le tensioni che destabilizzano il dialogo con Israele. Emma Bonino avrebbe in mente proprio di riportare la funzione del Commissariato per i rifugiati al ruolo originario.
Il 7 e l'8 aprile nuova conferenza a Bruxelles: «Potenziamento delle donne come catalizzatori dello sviluppo economico nel mondo arabo». Il rapporto dell'Onu sullo "Sviluppo umano nel mondo arabo": urgente bisogno di riforme democratiche. >> Leggi tutto
Fonte: Radio Radicale.it
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