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Thursday, April 14, 2005

Voci dal pre-conclave

Lunedì scorso, intorno alla parola «collegialità», ciò che è mancato nella Chiesa di Giovanni Paolo II, si è concentrata la seduta della Congregazione generale dei cardinali, che è già diventata un pre-conclave. I retroscena nell'articolo di Chris Bonface su Dagospia.
Un pontificato che ha proiettato come mai era accaduto l'immagine del successore di Pietro nel mondo. Solo sullo sfondo, quasi alle spalle, la Chiesa nel suo insieme. La forza di un Papa e della dottrina sorretta dal garante della fede, il cardinale Joseph Ratzinger. «Collegialità», ha detto il cardinale Carlo Maria Martini, perché tutti insieme bisogna affrontare i temi «della gestione della Chiesa e le nuove domande sulla famiglia, sulla bioetica, sulla sessualità».
Poi la malattia del Pontefice e la necessità di regole chiare che ne stabiliscano il dovere delle dimissioni. Le sue sarebbero state parole pesanti, pronunciate allo scopo di incendiare un dibattito che stentava a decollare.
E quella parola, «collegialità», ha già diviso chi vuole ripartire da basi molto diverse dal lungo papato di Woytjla e chi invece ne riafferma convinto la continuità.
Quindi si sarebbero delineate le prime candidature: Angelo Sodano, sottosegretario di Stato vaticano uscente, prescelto dai progressisti, soprattutto «assemblearisti», per una gestione assembleare della Chiesa, cardinali e vescovi in consultazione perenne. Joseph Ratzinger per la continuità e la tradizione, i wojtilani. Tettamanzi per ora terzista, ma pronto a farsi capofila degli «assemblearisti». Poi gli outsider. L'honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, il «Wojtyla sudamericano»: terzomondista e tradizionalista sull'etica e la morale sessuale. Altri nomi: l'indiano Ivan Dias (sul quale girerebbe un dossier salute), e Angelo Comastri.

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