«La decisione di vietare la proiezione del film Submission nella sala stampa dell'Europarlamento, per "ragioni di sicurezza", espone l'Europa politica, tutta intera, al sospetto, ahimè fondato, di viltà culturale».
Michele Serra?,
la Repubblica? No, non può essere lui, deve essere uno pseudonimo, sogno o son desto?
Leggiamo.
«Basta un rischio infinitamente più grave, un ricatto così odioso ed esiziale, a giustificare il penoso arretramento del coraggio democratico? O non è piuttosto proprio la gravità della sfida, l'intollerabilità di un bavaglio imposto a fil di coltello, a suggerire di rialzare la testa, di organizzare una risposta politica e culturale all'altezza?... gli europei pacifici e aperti confondono la remissività (specie su principi non sindacabili come la libertà) con la tolleranza, la debolezza con il dialogo.
(...)
Forse che non esistono più "umili lavoratori della vigna della libertà", disposti anche a rischiare qualcosa pur di battersi per la dignità e la sicurezza dei cittadini europei? Che sia questo il famoso "relativismo etico", questo posporre i principi alla convenienza, l'orgoglio della libertà alla paura, la difesa dell'integrità fisica e intellettuale delle persone a un malinteso (molto malinteso) "dialogo con l'islam"? Ma allora, scusate, rischia di avere ragione la Fallaci quando inveisce contro l'Occidente "senza palle".
(...)
O l'opposizione al fanatismo islamico (e, in parallelo, il dialogo con il grande resto dell'Islam) viene fatta da posizioni di forza, cioè nel nome del diritto, della democrazia e della libertà, oppure genererà un fanatismo uguale e contrario».
Pare proprio lui,
Michele Serra. Per fortuna che a volte i
loro giornali li leggo.
1 comment:
Non capisco l'ironia con cui presenti l'articolo. A me pare ottimo. Stai sfottendo l'articolo o l'autore (che tu magari ritieni abitualmente non capace d'interventi altrettanto coraggiosi)?
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