L'analisi di Daniele Capezzone, su Libero, che chiede una cosa semplice a cui nessuno sembra essere interessato. Le ragioni, quelle politiche, della crisi del Governo Berlusconi. Delle poltrone si sa, quelle c'entrano sempre, ma non possiamo essere soddisfatti dal triplice e decennale alibi delle più tipiche crisi democristiane: famiglie, competitività, mezzogiorno. Dobbiamo credere che la «discontinuità» che si reclama dovrebbe riguardare cose su cui si sta lavorando da cinquant'anni in modo statalista e assistenziale?
No, forse la verità è che a ogni tornata elettorale, che soprattutto Berlusconi e Forza Italia perdono per aver tradito le aspettative laico-riformatrici dei propri elettori, Udc e An cercano di far pagare pegno il più possibile al leader, di logorarne l'immagine.
In quattro passi il segretario di Radicali italiani spiega al Cav. come il suo «operare in questo modo significa matematicamente mettersi in minoranza, chiunque siano i tuoi oppositori».
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