Pagine

Friday, March 16, 2007

Facciamo così: Mastrogiacomo in cambio di Rosi Bindi

Bisogna ammettere che i cattolici integralisti che militano a sinistra ricevono dai loro alleati e dalla stampa "amica" un trattamento di riguardo. Capita così che una Rosi Bindi può quasi impunemente dire una cosa tremenda contro gli omosessuali senza che nessuno, o quasi, se ne accorga, mentre non la si è fatta passare liscia - giustamente - al Domenicale di Crespi e uno come Buttiglione verrebbe messo alla gogna.

In un'intervista a il Giornale il ministro ha dichiarato: «Il desiderio di maternità e di paternità un omosessuale se lo deve scordare... è meglio che un bambino cresca in Africa piuttosto che con due uomini o due donne». Dunque, meglio una speranza di vita ridotta di un terzo o più che un'infanzia tra omosessuali.

Ebbene, qui si viene al punto, spesso eluso, di tutto questo dibattito sulle unioni di fatto: l'omosessualità, l'eventualità, da rigettare, che due omosessuali possano formare una famiglia e persino adottare un bambino.

C'è chi preferisce foderarsi gli occhi di ipocrisia piuttosto che guardare in faccia la realtà. Esistono - e non sono pochi - gli omosessuali, uomini e donne, che hanno dei figli. Allora, cosa si dovrebbe fare in questi casi? Coerentemente con quanto dice Rosi Bindi questi bambini dovrebbero essere tolti ai loro genitori omosessuali e dati in affidamento a famiglie "normali". Ecco, o si ha il coraggio (e temiamo che qualcuno lo troverebbe) di adottare questa specie di "soluzione finale", oppure non c'è motivo di non permettere a un omosessuale, single o in coppia, di adottare un bambino e crescerlo, come già in tanti fanno. Già oggi un bambino può vivere con il padre naturale e il compagno, o con la madre naturale e la compagna, con o senza i "Dico".

E i bambini senza genitori? Non crescono con due omosessuali, ma spesso con un'intera comunità omosessuale: che modello è? Che tipo di famiglia è quella, di grazia?

4 comments:

Anonymous said...

E dire che basterebbe usare l'espressione "casa-famiglia", per ricondurre il dibattito a più miti consigli.
Facendo rientrare le case-famiglia fondate da due gay (o anche da due vegani, da tre giansenisti, da mezza dozzina di ragazze ponpon...) nel più ampio perimetro delle "formazioni sociali", peraltro codificato a chiare lettere nella costituzione italiana, molto del dibattito perderebbe ogni ragion d'essere.
Quel discorsetto sugli omosessuali che "fanno figli", poi, ha il suo bel sottotesto capzioso. Perché i gay o si fanno fare i figli o li fanno con esponenti dell'altro sesso: ma sempre di riproduzione esterna alla coppia omo si tratta.
Che poi questa banale constatazione non debba dare adito a provvedimenti totalitari è pacifico e sacrosanto. Ragioniamo piuttosto di casa-famiglia o, se lo si preferisca, di famiglia allargata e molte rigidità contrapposte possono venire meno.

Anonymous said...

>>>>>>>Coerentemente con quanto dice Rosi Bindi questi bambini dovrebbero essere tolti ai loro genitori omosessuali e dati in affidamento a famiglie "normali"


ad essere precisi dovrebbero essere dati in affidamento a famiglie "africane"
mamma mia che roba !!!!

ciao Paolo :)

Anonymous said...

perche' , cosa c'e' contro le famiglie africane ?
Ma che bella domistrazione di apertura che state dando ....

Anonymous said...

eh si , mi sa che e' un blog in po' razzista ....