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Monday, March 19, 2007

La sinistra che non vede e non sente

Nell'anniversario dell'assassinio di Marco Biagi, un altro ricordo, anche questo non retorico ma intensamente politico, da parte di Pietro Ichino sul Corriere della Sera.

Sul «terreno della politica del lavoro» (ma non solo, aggiungiamo noi) lo schema destra/sinistra «ha sempre meno senso», «le linee di demarcazione» sempre più sfumate rispetto al secolo scorso e al precedente. Biagi lo aveva capito e per questo «i terroristi lo hanno condannato a morte senza processo» e la sinistra lo condanna alla damnatio memoriae.

La sua legge, osserva Ichino, non è che «uno sviluppo della riforma Treu del 1997». Ma «ammetterlo sarebbe politicamente rovinoso per l'assetto attuale della sinistra: significherebbe trovarsi nella scomodissima alternativa tra riconoscere di avere gravemente sbagliato nel demonizzare per cinque anni la riforma Biagi e il suo autore, oppure rinnegare la riforma Treu. Ora, rinnegare la riforma Treu non è possibile, poiché essa fu varata dall'intero schieramento di sinistra, sulla base di un accordo pieno con l'intero movimento sindacale, Cgil compresa. Accade così che, inchiodata all'errore di faziosità commesso per tutta la scorsa legislatura, l'attuale maggioranza non possa permettersi una verifica aperta e trasparente su questo punto: per non spaccarsi, per sopravvivere, è condannata a negare l'evidenza».

E' una sinistra che oggi, come allora, «non riesce a scuotersi di fronte a un sistema di relazioni sindacali che funziona sempre peggio»; che non accetta di «rimettere in discussione la struttura stessa della contrattazione collettiva, fortemente centralizzata, rimasta immutata da mezzo secolo» nonostante i grandi mutamenti economico-sociali degli ultimi decenni; una sinistra che «non riesce a scuotersi, ed è totalmente afona, di fronte a un sistema di relazioni sindacali nel quale — caso unico al mondo! — ciascuno dei comparti del trasporto pubblico è bloccato da uno sciopero mediamente una volta al mese...»; una sinistra che «non mostra neppure un sussulto di fronte allo scandalo di un'amministrazione pubblica in cui i dirigenti di fatto non rispondono se le strutture affidate loro sono del tutto inefficienti, e in cui agli impiegati è consentito di azzerare, se vogliono, la propria prestazione senza essere licenziati...».

1 comment:

Anonymous said...

un fiume di parole ( giuste, per carità ) quando invece, per descrivere la nostra sinistra "lavorista"...sarebbe bastata una definizione sola: ipocrita.

ciao.


io ero tzunami...